STORIA
Giuseppe Restifo
CAPIZZI FRA TRE E SEICENTO
In un mondo mediterraneo di tensioni
Capizzi non è un borgo fra i tanti; è un paese di montagna nella grande isola di Sicilia, radicato in una storia di lunga durata e di avvincente svolgimento. I tre secoli presi in considerazione, nel passaggio dal medioevo all'età moderna, danno conto del forte spirito di autonomia che contrassegna la comunità capitina e nello stesso tempo della sua capacità di muoversi in co-evoluzione con l'ambiente. Uno degli elementi della sua identità è dato dalla dedizione a San Giacomo, santo a un tempo locale e globale, la cui festa entra a far parte del grande patrimonio immateriale del Mediterraneo.
Giuseppe Restifo è un felice ricercatore indipendente, dopo essere stato professore ordinario di Storia moderna presso l'Università di Messina. I suoi interessi sono centrati sulla Storia del Mediterraneo, affrontata dal punto di vista della demografia storica, delle realtà sociali, delle vicende militari, degli aspetti ambientali. Fra gli altri volumi ha pubblicato I porti della peste. Epidemie mediterranee fra Sette e Ottocento e (in collaborazione con Elina Gugliuzzo) La piaga delle locuste. Ambiente e società nel Mediterraneo d'età moderna.
formato 17 x 24 - pp. 304, € 29,00
Giuseppe Amedeo Mallandrino Cianciafara
VILLA CIANCIAFARA
Certamente impresa non facile quella di Giuseppe Amedeo Mallandrino Cianciafara nel ricostruire i passaggi secolari, inerenti l’estesa genealogia della sua ascendenza. [...] l’autore di questo volume racconta una storia, tante storie, tutte documentate, anche se, sfogliando le pagine, sembra quasi di ascoltare una favola.
Una famiglia, la sua famiglia, costellata da tanti nomi, cognomi, predicati, titoli, feudi, principi, quando addirittura Sovrani, che entrano significativamente in questa storia di famiglia. Da Messina a Bergamo, da Santa Margherita Belice a Castiglioncello, da Zafferia a S. Martino di Castrozza, da Palermo a Roma, radici e rami familiari si estendono dall’estremo Sud alle falde delle Alpi, ma non mancano plurime esperienze formative in Svizzera, in Inghilterra, in Ungheria, negli Stati Uniti. Le stanze della villa di Zafferia concentrano vicende vissute in tutta Europa, ed oltre.[...]
A Villa Cianciafara si concretizza un raro esempio di conservazione, dove l’attenzione passa dall’opera d’arte al bene d’uso comune [...]. Nel giardino le pietre parlano di geologia, archeologia, così come gli oggetti domestici descrivono la casa, o meglio, il casato, povertà e ricchezza, anche culturale, indicatori di studi come la mostra del trappeto; scuderie e palmento diventano archivi, luoghi della memoria, di una specifica memoria, quella della famiglia di Amedeo. [...]
Filangeri di Cutò, Lanza di Trabia, Branciforte di Butera, Tasca di Almerita, Camozzi di Bergamo, Danieli di Badia Polesine, Piccolo di Calanovella, Tommasi di Lampedusa, Trigona di San’Elia, ma anche presenze quali i sovrani borbonici Ferdinando IV e Maria Carolina Asburgo-Lorena, o successivamente Amedeo d’Aosta; inoltre, tratte dall’opulenta borghesia, come i Whitaker, gli Jung e, principalmente, Ignazio e Franca Florio, che tenne a battesimo la madre di Amedeo. Tutti frequentano i protagonisti della nostra storia in una straordinaria orchestrazione di personalità diverse, ma sempre interessanti: un rutilante caleidoscopio di personaggi di caratura internazionale, storica. [...]
(dall’Introduzione di Franz Riccobono).
Giuseppe Amedeo Mallandrino Cianciafara nacque a Palermo nel 1946, da Pasquale, discendente da una antica famiglia messinese di architetti ed ingegneri, ivi trasferitosi dopo la guerra per motivi di lavoro, e da Nicoletta Cianciafara, figlia di Filippo e di Maria Antonia Danieli e Camozzi.
Nel capoluogo visse e si formò, anche se numerosi sono sempre stati, fin dalla più tenera età, i suoi spostamenti a Messina, a Villa Cianciafara, dove in estate soggiornavano i nonni.
Le lunghe residenze palermitane dei nonni di Amedeo erano dovute al fatto che, mentre il padre di Filippo, Francesco, era messinese, la madre, Nicoletta, era palermitana, discendendo dai Conti Tasca d’Almerita, per parte paterna, e dai Principi Filangeri di Cutò, per quella materna. Nel terremoto del 1908, il giovane Filippo, rimasto orfano di entrambe i genitori e, non avendo parenti sopravvissuti dal lato paterno, si trasferì a Palermo, dove maturò le più profonde amicizie e l’abituale frequentazione dell’ambiente aristocratico della madre. Filippo, nonno di Amedeo, con il quale ebbe una lunga e assidua e amorevole frequentazione, era fra l’altro cugino in primo di grado di Giuseppe Tomasi di Lampedusa e di Casimiro, Agata Giovanna e Lucio Piccolo di Calanovella. Subito dopo la maturità, si impose la tradizione di famiglia, e fu ingegnere. Sotto il profilo professionale Amedeo Mallandrino si è dedicato esclusivamente alle Costruzioni Marittime, progettando numerosi porti in Italia e all’estero; questa stessa disciplina ha insegnato per circa trent’anni alla Facoltà di Ingegneria dell’Università di Palermo.
Ha una figlia di nome Nicoletta, come la nonna e la trisavola, anche lei ingegnere, come da tradizione di famiglia. Andato in pensione, si è ritirato a Messina, a Villa Cianciafara, ereditata dalla madre e da lui restaurata fin dal 1989.
formato 17 x 24 - pp. 352, € 30,00, Al momento non Disponibile
Primo Lorenzi
LA VIA PER ELEUSI
Da Atene a Eleusi lungo la Ierà Odòs
È questa la quarta monografia dedicata dall’autore al tema del viaggio. A cominciare da “Il viaggio e il viaggiare” (2013) in cui il tema è affrontato da un punto di vista antropologico e psicopatologico, a “Per le antiche strade” (2015) che accompagna il lettore in un viaggio per la Sicilia della tarda antichità e da “Mysteria” (2018), viaggio nei luoghi dei riti misterici del mondo greco. In questo lavoro l’attenzione è rivolta ai Misteri Eleusini e alla grande processione con cui gli iniziandi si trasferivano da Atene ad Eleusi. L’obiettivo è sempre quello di un viaggio nello spazio e insieme nel tempo secondo quella tradizione letteraria, detta “periegetica”, di grande successo nel mondo antico. All’approfondimento topografico e storico si aggiunge la continua tensione volta a ricostruire le trasformazioni del mondo interno degli iniziandi indotte da quel percorso iniziatico, che sarebbe stato prototipo di tutti gli itineraria in sé ipsum et in deum a venire. L’attenzione agli snodi evolutivi, che sono propri ad ogni processo di destrutturazione – ristrutturazione identificativa, diventa spunto per molte considerazioni psicopatologiche e cliniche.
Primo Lorenzi è psichiatra, psicoterapeuta. Ha lavorato e insegnato per molti anni presso la Clinica Psichiatrica dell’Università di Firenze. È docente a contratto presso l’Università di Pisa. Insegna in varie scuole di psicoterapia. È autore di oltre cento articoli scientifici pubblicati su riviste nazionali ed internazionali. Ha pubblicato numerose monografie su argomenti psicopatologici. Fra questi “Sul viaggio e il viaggiare. Anatomia di un’esperienza” (Alpes 2013). Per Pungitopo Editore ha già pubblicato “Per le antiche strade. Un viaggio nella Sicilia della tarda antichità” (2015) e “Mysteria. Viaggio nei luoghi e nei riti misterici dell’antichità classica” (2018).
formato 17 x 24 - pp. 136, € 16,00
Francesco Maurolico
COMPENDIO DI STORIA DELLA SICILIA
a cura di Felice Irrera e Giuseppe Puzzello
Francesco Maurolico (1494-1575), messinese di origine greca, scienziato famoso, soprattutto come matematico e astronomo (tradusse Euclide, Teodoro, Menelao, Archimede), esperto di scienze naturali ed architetto, operò anche come cartografo e non mancò di occuparsi di letteratura e poesia, di musica e opere devozionali e di storia: immensa fu, dunque, sia la sua cultura che la sua produzione. Morì di peste a Messina nel luglio 1575 ed è qui sepolto, nella chiesa di San Giovanni di Malta. Dopo la sua scomparsa, molti dei suoi manoscritti si dispersero senza poter essere stampati; parecchi testi suoi autografi si trovano oggi alla Bibliotèque Nationale di Parigi ed è pure attualmente in corso il progetto di un’Edizione Nazionale della sua “Opera Matematica”. Il Compendium di Maurolico, che qui si presenta in una versione moderna, corredata, a differenza dell’originale latino, di numerose note e immagini, è stata condotta sull’Editio princeps di esso, stampata a Messina nel 1562, e giunge dopo la traduzione, ormai inesorabilmente datata e con non pochi errori, di Girolamo Di Marzo-Ferro del 1844.
Questo lavoro storico mauroliciano non ha certo avuto la fama di quelli scientifici dello stesso, forse anche perché pubblicato a distanza di soli quattro anni dalla prima edizione di un’opera di grande importanza per la storiografia siciliana come il De rebus Siculis decades libri duo del domenicano Fazello, che aveva attaccato le prerogative politiche della città di Messina. Il Compendium fu commissionato al Maurolico dal Senato messinese, proprio nell’intento di replicare al protagonismo di Palermo nelle vicende insulari presente nel Fazello; e il nostro, se pure spiega, nella sua prefazione all’opera, di non aver scritto per spirito municipalista, ma per amore di verità scientifica, tuttavia non manca certo, come del resto si può vedere sin dalle annotazioni iniziali, di emendare in diversi luoghi proprio quest’autore, pur elogiandolo e servendosi pure certamente, in diversi punti del proprio lavoro, dello scritto del netino.
Felice Irrera (Messina, 1948) ha insegnato Lingua e letteratura italiana e latina per molti anni al Liceo classico “Maurolico” della sua città, dirigendone pure la Biblioteca, contribuendo ad aprirla al territorio e a renderla sede di incontri culturali. Specializzato in Storia moderna alla “Sapienza” di Roma e convinto della necessità di collegare la cultura accademica, spesso autoreferenziale, con la vita civile e la società, ha fondato e diretto per sette anni il quadrimestrale di cultura e informazione “Pagnocco” e si è occupato attivamente, con articoli e conferenze, di comunicazione e tecnica giornalistica e di giornalismo scolastico: è coautore, nel 2002, del volumetto Lezioni di giornalismo scolastico. Al contempo, ha collaborato, con oltre un migliaio di articoli e recensioni, alle pagine culturali di diversi giornali e riviste. Oltre a vari saggi letterari in collettanee, ha pubblicato: Storia della scuola dall’Antichità al XX secolo (3 voll., ASIS., Messina 2011-2013); La narrativa italiana dal dopoguerra al post-Sessantotto (Università di Marjupol, Ukraina, 2011); L’Emeroteca “Ferdinando Celesti” del Liceo Francesco Maurolico (ASIS, Messina 2012); con Daniele Macris “Permitte divis cetera”.Venticinque anni dalla fondazione della Delegazione messinese dell’AICC (Messina 2013). Del 2016 è la prima prova narrativa, La biblioteca segreta del monastero (Di Nicolò, Messina). Il 2017 ha visto edita (coautore Giuseppe Puzzello) la prima traduzione integrale dal latino della Messana illustrata di Placido Samperi (Libreria Ciofalo Editrice, Messina); e Viaggiatori a Messina. Diari, spunti e noterelle di visitatori della città del Peloro (Giambra Editori). Infine, è del 2018 (con Anita Di Stefano e Daniele Macris), Trent’anni dalla fondazione a Messina della Delegazione dell’AICC.
Giuseppe Puzzello (Monterosso Calabro, 1944), già docente di Lingua e letteratura italiana e latina nel liceo classico “G. La Farina” di Messina, impegnato sul fronte della didattica del latino in rapporto comparato con le letterature neolatine, soprattutto con la letteratura italiana, ha manifestato particolare attenzione alla individuazione delle strutture dell’antico e della loro fortuna e ricezione nel moderno. Su questo versante, ha curato, in collaborazione con la prof.ssa Paola Colace, dell’Università di Messina, un’antologia degli autori latini per i licei A passeggio con i classici (Levante, Bari 1997) e II latino nel tempo (La Medusa editrice,
Marsala 1998), mentre, sul versante dell’italianistica, lo sviluppo della poesia italiana negli anni ‘70 e ‘80, con particolare attenzione al rapporto con le problematiche sociali e le sollecitazioni culturali, inquadrate nelle teorie poetiche alle quali fanno riferimento i vari poeti: Panorama della poesia italiana negli anni ’70 e ’80 (pubblicato nell’Annuario del liceo classico F. Maurolico, Messina 2008); Né rivincite né sacrifici, un profilo di Iolanda Insana, in “Pagnocco”, settembre-dicembre 2005, rivista quadrimestrale di cui è stato collaboratore; Funzione della poesia e ruolo del poeta dall’antichità ad oggi (ASIS News, Anno XII, 4, 2013). Nel 2017 è uscita (coautore Felice Irrera) la prima traduzione integrale dal latino della Messana illustrata di Placido Samperi (Libreria Ciofalo Editrice, Messina). Ha chiuso la carriera di docente nel 2005 nel liceo classico “F. Maurolico” di Messina.
formato 23 x 32 - pp. 520, € 69,00
Carmelo Fucarino
CUCINA SICELIOTA E LATINA IN ETA' CLASSICA
CUCINA SICELIOTA E LATINA IN ETA' CLASSICA
Questo excursus sulla cucina, quella siceliota e quella latina, vuole darci un metro dello sviluppo della gastronomia nella società classica. Una sintesi che si basa sulla letteratura alta e sulle creazioni di eccelsi artisti. D'altronde la culinaria era ai tempi di Platone un'arte degna delle strutture della parodia epica e della poesia dell'esametro omerico. Così passò nella cultura latina con la poesia di Ennio, così la ritroviamo nella satira e nelle odi di Orazio. Ed è in altro versante strabiliante che per secoli si mantenne come corollario essenziale dei trattati sull'agricoltura. Essa connotava un periodo storico di grande rilievo a Roma con l'avanzata dell'ellenismo e con la sua conquista di Roma. E fu uno scandalo che un cuoco guadagnasse cifre enormi: «Allora il cuoco, considerato dagli antichi come l'ultimo degli schiavi, cominciò ad essere tenuto in conto e quello che era mestiere divenne arte. Eppure tutto quello che allora dava tanto all'occhio non era altro che il seme dello sfarzo futuro».
Al di là del suo sviluppo nel processo storico della civiltà ci ha spronato ad una analisi puntuale la strabiliante diversità ittiologica e botanica, mantenuta fino agli inizi della nostra era, in cui si rinnega il "gusto", la "prelibatezza", la "delizia" del palato in nome della più redditizia commercializzazione.
Da questa analisi risulta che l'arte della culinaria si basava su prodotti altamente diversificati, nel gusto e nella qualità, che i pesci di tutto il bacino del Mediterraneo fino al Bosforo fossero di una strabiliante varietà. La biodiversità botanica si illustrava con dieci varietà di fichi, ben diciassette varietà di pere, dodici di mele, in un ampio ventaglio di frutti e di ortaggi in tutte le famiglie botaniche. Eccezionale fra tutto la varietà di spezie ed erbe aromatiche, anche medicinali, che davano un tocco particolare agli intingoli nella loro sconfinata serie di ricette.
Carmelo Fucarino (Prizzi, 1938) laureato in lettere classiche nell'Università di Palermo ha insegnato italiano e storia in Istituti superiori di Palermo e dal 1980 è stato ordinario di lingua e letteratura latina e greca presso il Liceo classico «G. Garibaldi» di Palermo. Ha curato per diversi anni la redazione e l'edizione degli Annali del Liceo, che hanno ospitato numerosi suoi saggi ed hanno avuto larga rinomanza e diffusione anche all'estero. Ha tradotto dal russo il romanzo La svolta decisiva di V. Musachanov, introduzione Sulla letteratura per i giovani in URSS di C. Fucarino, traduzione dal russo e note di Vittorietti, 1982. Dello stesso anno è Pitagora e il vegetarianismo (Giannone, 1982). Nel campo specifico degli studi classici ha svolto un'ampia e continua attività di saggista, ma ha profuso il maggiore impegno nella redazione di una Grammatica di greco antico (Para-via), e di tre volumi di classici greci per i licei (Zanichelli), in adozione in Italia per più di un quindicennio. Ha curato l'edizione critica di Le Supplici di Euripide (Brotto). Ha redatto le voci degli autori sicelioti per il Dizionario enciclopedico dei pensatori in Sicilia (Sciascia). Oggi, oltre ai saggi sulla civiltà classica, ha ampliato il campo di indagine nel settore della storia locale con una Stratigrafia del comune di Prizzi come metafora della storia dell'Isola in tre volumi, e Se nulla cambiò (Cesati, 2015), sui garibaldini a Prizzi.
Ha pubblicato inoltre: Città e ancora città, poesie, Il Vertice, 1983; Eyremata (temi di versione greca per il biennio), Zanichelli, 1989; Corso di lingua greca, Paravia, 1990; Atene: un villaggio globale - Vita e cultura della polis (antologia di tragici e oratori greci), Zanichelli, 1992; Il mondo greco: la società globale. Dal melos al logos (antologia dei lirici e di Platone), Zanichelli, 1995; Società greca: la cultura aurale. Dall'epos alla storia (antologia di Omero e degli storici), Zanichelli, 1997; Prizzi, Lo smeraldo dei Sicani, (videocassetta con testo di Carmelo Fucarino), Il Sole, 2000; Guida turistico culturale della Valle del Sosio, Prizzi (testo e foto), Audio Work, 2008; Percorsi di Labirinto, poesie, Thule, 2010; Argentina nel cuore, presentazione di G. Romagnoli, L'Argentina e i suoi miti, C. Saladino, 2013;1l Genio Palermo. Vita morte e miracoli di un dio, Thule, 2017; Il verde melograno. Segni e simboli dell'infanzia ritrovata, Aracne, 2017; Che farò senza Euridice, romanzo, Spazio Cultura, 2018.
Per la sua attività culturale ha ricevuto numerosi premi, attestati e riconoscimenti da Enti ed associazioni pubbliche e private. Collabora al quotidiano online "La voce di New York". Della sua attività di ricerca fanno fede l'ampia bibliografia in Thuleggi.it, viverepalermo.it, www.lionspalermodeivespri blog, e in numerose altre riviste online. Biobibliografia in Linkedin, in www.openlibrary.org. e in Accademia Siciliana dei Mitici.
formato 17 x 24 - pp. 184, € 18,00
Salvatore Greco
L'ASCESA DEI NOTABILI
Politica e società a Palazzolo Acreide nell'Ottocento borbonico
L'ASCESA DEI NOTABILI
Politica e società a Palazzolo Acreide nell'Ottocento borbonico
Palazzolo Acreide, l'antica Akrai, subcolonia di Siracusa, vive durante l'Ottocento borbonico un periodo di importanti trasformazioni politiche e sociali. A partire dalla breve, ma fondamentale, stagione costituzionale del 1812 cominciano ad affacciarsi nel palcoscenico della politica locale le classi sociali 'borghesi', radicate in gran parte nella 'città di sopra' che, sviluppatasi attorno alla chiesa di S. Sebastiano, si contrappone alla 'città di sotto' (il quartiere di S. Paolo). Con la 'monarchia amministrativa' si assiste anche a Palazzolo alla formazione di una nuova classe dirigente, un'élite, spesso colta, che sfrutta tanto le moderne forme di aggregazione, come i circoli di conversazione, quanto le istituzioni politiche per acquisire non solo prestigio sociale, ma anche quegli spazi di potere resi possibili dalla 'nuova politica'.
Lo sguardo sulle forme associative dell'élite locale, condotto sulla scorta di un ampio scandaglio delle fonti d'archivio (peculiarità di tutto lo studio), permette anche di cogliere alcuni aspetti che caratterizzano la società stessa, attraversata, soprattutto tra le classi più umili, da forti tensioni sociali che esplodono, non a caso, proprio in prossimità di rivoluzioni (in particolare quelle del 1837, del 1848 e del 1860), intrecciandosi, non di rado, con la lotta politica e rivelando così una società in continuo fermento.
Salvatore Greco (Vittoria, 1972), originario di Palazzolo Acreide, vive a Siracusa, dove insegna materie letterarie presso il Liceo Artistico "A. Gagini". Laureato in Lettere moderne presso l'Università degli Studi di Catania nel 1998, nel 2011 ha conseguito la laurea specialistica in Storia contemporanea presso la Facoltà di Scienze politiche del medesimo ateneo. Appassionato di storia locale e socio della Società Siracusana di Storia Patria, ha pubblicato: Santa Lucia. Tradizioni brembane e siracusane (Ferrari Editrice, Clusone, 2005, in collaborazione con Diego Gimondi); Letterati e filosofi nella Sicilia dell'Ottocento. Giuseppe D'Albergo e Nicolò Zocco (Morrone Editore, Siracusa, 2007, in collaborazione con Luigi Amato) e L'Ermenegildo. Una tragedia inedita di Giuseppe D'Albergo (Mediterraneo Edizioni, Siracusa, 2007, in collaborazione con Luigi Amato).
formato 17 x 24 - pp. 192, € 16,00
Franca Sinagra Brisca
DONNA TERESA FAZIO LO SARDO
Nella quasi totale assenza di documenti che forniscano notizie sulla vita di Teresa Fazio Lo Sardo (1886-1945), Franca Sinagra Brisca offre al lettore una doppia biografia, una in versione episodica romanzata, l’altra recuperata dal contesto storico e sociale.
Moglie dell’onorevole Francesco Lo Sardo, martire comunista insieme a Gramsci nelle carceri fasciste, all’ombra di un marito sempre in prima linea, Donna Teresa ha attraversato gli eventi politici e sociali durante il cinquantennio postunitario nella Sicilia orientale. Dall’adesione ai Fasci siciliani e agli ideali del Partito Socialista prima, del Partito Comunista e infine all’esperienza tragica del Tribunale Speciale, il suo percorso di vita si snoda punteggiato da ferite indelebili, come il terremoto di Messina del 1908, due guerre mondiali, l’assistenza al marito carcerato, il bombardamento alleato su Messina, dove visse.
Dall’epistolario di Francesco, dalla “Cara Teresina” delle lettere dal carcere, l’autrice prende le mosse per indagare sul panorama storico e coniugale dei Lo Sardo e ne fa emergere la figura finora misconosciuta della moglie, donna di tutto rispetto.
Franca Sinagra Brisca ha insegnato nella scuola statale del Triveneto e della Sicilia. Laureata a Padova, si è dedicata ad approfondimenti culturali e ad attività come ambientalismo, antifascismo, al tema donne e politica presso l’Università di Messina. Ha allestito la Sala-Museo Francesco Lo Sardo a Naso. Giornalista pubblicista, vive da molti anni a Capo d’Orlando.
Le prime opere Nebrodi ric’amati e Pietre pomici sono pubblicate on line, come pure i saggi Francesco Lo Sardo, un figlio dimenticato e Francesco Trassari, poeta in ombra. Ha pubblicato recentemente Memorie di guerra e di pace con E. Giuffré; due opuscoli Proverbi e sapori di libertà e Francesco Lo Sardo, un nasitano a Messina.
formato 12 x 17 - pp. 176, € 15,00
Primo Lorenzi
MYSTERIA
Viaggio nei luoghi e nei riti misterici dell'antichità classica
In questo lavoro si propone al lettore un viaggio nei culti misterici dell'antichità cercando continuamente di mettere in evidenza la risagomazione del mondo soggettivo a cui le esperienze misteriche aprirono la strada. E a come queste possano essere rintracciate fino ai nostri giorni. Il tutto in un continuo rimando geografico ai santuari misterici e ai luoghi legati ai momenti più salienti del mito con cui ogni culto misterico si collegava. Un modo per dare una concretezza anche fisica ad un viaggio nel tempo che rimane il fine più ambizioso del lavoro. Viaggio nel mondo antico, nel suo lato più umbratile, ma capace di spiegare molti passaggi culturali (ad esempio l'influenza misterica sulla stessa filosofia greca), storici (il dilagare dei culti orientali), sociali, come il crescere esponenziale di atteggiamenti individualistici e universalistici, così importanti per lo sviluppo del pensiero occidentale. Di ogni singolo culto misterico si individuano le peculiarità e anche lo specifico sviluppo mitemico. Sempre però evidenziandone i fili di senso che legano l'un culto all'altro e a quella corrente di significati, sia collettivi che soggettivi, in cui tutti confluiscono.
Primo Lorenzi è psichiatra, psicoterapeuta in servizio presso l'Agenzia di Psicologia Clinica e Psicoterapia dell'Azienda Ospedaliera Universitaria di Careggi (Firenze). È docente a contratto di Psicopatologia, Psichiatria e Psicologia Clinica presso vari corsi di laurea e scuole di specializzazione della Facoltà di Medicina dell'Università di Firenze.
Ha pubblicato oltre cento articoli su riviste nazionali ed internazionali a contenuto essenzialmente psicopatologico. È autore di varie monografie: Le Psicosi Bianche (con Adolfo Pazzagli), Franco Angeli, Milano 2006; Il corpo vissuto, psicopatologia e Clinica, SEID, Firenze 2008; Mal d'amore, innamoramento, gelosia, malinconia amorosa e amore molesto, Antigone, Torino, 2010; Donne e Dee; figure dell'eterno femminino, Alpes, Roma 2011; Margini. Tra esperienze comuni e percorsi psicopatologici, Franco Angeli, Milano 2012; Sul viaggio e il viaggiare. Anatomia di un'esperienza, Alpes, Roma 2014.
Cultore del mondo antico, ha già pubblicato un testo di argomento non strettamente di attinenza professionale: Per le antiche strade. Un viaggio nel , Sicilia della tarda antichità, Pungitopo, 2015.
formato 17 x 24 - pp. 152, € 16,00
Riccardo Magistri
DOMENICO SCIACCA DELLA SCALA (1844-1900)
I suoi tempi, la famiglia, l'attività parlamentare
Domenico Sciacca Presti della Scala nacque a Patti il 30 ottobre 1844. Studiò agronomia in Toscana e creò nei suoi possedimenti pattesi una fattoria modello. Laureato in legge a Pisa, si stabilì a Palermo, dove sposò, nel 1871, Marianna Merlo, dama d'onore della regina, e in seguito principessa di Patti e marchesa di S. Elisabetta. I coniugi, esponenti dell'alta società dell'epoca, ne vissero gli aspetti mondani.
Nel 1880 il barone Domenico fu eletto nel centro-sinistra deputato al Parlamento nazionale e fece parte, fino al marzo 1896, del Gabinetto Crispi come Sottosegretario di Stato al Ministero dell'Agricoltura, Industria e Commercio.
Ricoprì diversi incarichi parlamentari e svolse in aula una vasta azione, pronunciando molti discorsi su argomenti di varia natura, specialmente su temi agrari ed economici.
Accanto all'attività parlamentare, il suo interesse per l'agricoltura è testimoniato da varie appassionate pubblicazioni. Ben inserito nell'attività politica della capitale, intrattenne rapporti con i principali protagonisti dell'epoca.
Alla sua morte (Roma, 6 dicembre 1900), ebbe funerali di Stato e fu ricordato alla Camera con una commossa celebrazione funebre. Le spoglie furono tumulate nella cappella gentilizia Piccolo-Natoli del cimitero di Patti.
Riccardo Magistri è nato a Patti nel 1940 e qui è vissuto fino al 1962. Conseguita la maturità classica nel Liceo di Patti, intraprese gli studi giuridici presso l'Università di Messina, abbandonati dopo l'assunzione nelle Ferrovie dello Stato, dove svolse mansioni di capostazione fino al prepensionamento.
Appassionato di storia locale, da oltre trent'anni raccoglie notizie frugando negli archivi della Diocesi e del Comune di Patti; da solo, e in collaborazione con altri studiosi, ha pubblicato diversi lavori sulle vicende e sulle peculiarità della complessa storia pattese.
Dal 1992 si occupa dell'Archivio Storico Diocesano.
Ha pubblicato con le Edizioni Mosca di Patti: (con A. Mosca), La chiesa di S. Antonio abate in Patti, 1984; Il centro storico di Patti, 1992; (a cura di), Mappa dei Comuni del Distretto di Patti nel 1817, 1997; La chiesa di S. Antonio abate in Patti — già dei santi Antonio e Nicasio, 2001; La Banda musicale di Patti Cronistoria, 2005; Il culto e la festa di Santa Febronia — Patrona di Patti, 2009; Don Ascanio Ansalone compra Patti, Montagna e Sorrentini — Cronistoria di un trentennio di lotte autonomiste (16361669), 2009; Storie di quartiere e di vita pattese, 2010; Storia di una baronessa (tra Cefalù e Patti), 2013; Viaggio a Patti nel tempo e nello spazio, I, Vicende storiche - Istituzioni e Servizi, 2015; Viaggio a Patti nel tempo e nello spazio, Il, Percorsi cittadini, 2015. Ha pubblicato con le Edizioni della Diocesi di Patti: Mons. Ficarra e i ragazzi d'arreti `u casteddu in Mons. Angelo Ficarra Vescovo di Patti (1936-1957), 1999; (con A. Sidoti), La diocesi di Patti, Vol. I: Un Abate con due monasteri, Preistoria della Diocesi, 2006; (con A. Sidoti), La diocesi di Patti, Vol. Il: Il Ve-scovato di Lipari-Patti nella Monarchia Normanna, 2007; Patti — Chiese scomparse e chiese rurali, 2010; Patti - B - Chiese del centro, 2014; La diocesi di Patti separata da Lipari e ampliata sui Nebrodi, 2016. Ha pubblicato inoltre: (con V. Porrazzo) La Cattedrale di Patti, Ed. Santuario del Tindari, 1990; Ferdinando Borghese — educatore, professionista e gentiluomo, Pungitopo, Marina di Patti, 1996; L'Ospedale di Patti "Barone Ignazio Romeo" — Cenni storici e biografici, Yoríck Ed., Patti, 2003.
formato 17 x 24 - pp. 144, € 18,00
Sergio Todesco
CASTEL DI TUSA nelle immagini e nelle trame orali di un secolo
Immagini e testi che compongono questo libro riguardano un unico paese, la Marina di Tusa (o Castel di Tusa), antico caricatoio dell'urbs halaesina, nel secolo scorso ridente borgo marinaro, oggi luogo cui la sovrabbondanza di case e cemento non ha tuttavia fatto ancora smarrire il fascino e l'aura di un tempo. Le immagini sono state in gran parte raccolte da Aldo Re e Massimo Raimondi, benemeriti cultori di storia patria, i testi collazionati da chi scrive, il quale ha attinto a ricordi d'infanzia, compulsando nelle proprie "stanze della memoria" lo straordinario patrimonio orale consegnatogli da mamma, nonna, prozia, zie e parenti vari nell'arco di tempo che va dalla metà degli anni '50 alla metà, grossomodo, degli anni '60. Ho infatti trascorso una stagione cruciale della mia vita proprio in questo paese di mare che per me si è venuto costituendo come una vera e propria seconda patria, a tal punto che ancora oggi Castel di Tusa, e la casa avita in cui ho trascorso quegli anni lontani, tornano con struggente pervicacia nei miei sogni, e ogni realtà significativa della mia esistenza successiva ha dovuto prima o poi fare i conti con questi luoghi la cui pregnanza simbolica, nonché attenuarsi e sbiadire, si è viceversa venuta sempre più accrescendo mano a mano che il tempo depositava su di essi la sua polvere.
I documenti che qui vengono offerti, le immagini e ancora più le parole, sono fatti - almeno così a me pare - della stessa materia di cui son fatti i sogni. È infatti evidente che qualunque cultura trovi il fondamento in coordinate sue proprie, nel mondo materiale e nel complessivo "sistema degli oggetti" che di quella cultura costituiscono il corpo e l'orizzonte visibile, ma si basi anche e soprattutto negli universi mentali, nel sistema di segni, nei parametri di riferimento e nella Weltanschauung che essa esprime. In tale laborioso e collettivo lavorio attraverso cui si determina la costruzione di un'identità, certamente la lingua - quella lingua che Ignazio Buttitta ci dice essere «addutata di patri» - riveste un ruolo fondamentale. In ciò risiede probabilmente quello che viene definito il Genius Loci.
Sergio Todesco è nato nel 1952. Laureato in Filosofia, si è poi dedicato agli studi antropologici. Ha diretto per vent'anni la Sezione Antropologica della Soprintendenza di Messina. Ha svolto per alcuni anni attività di docenza universitaria (Facoltà di Magistero e Facoltà di Scienze dell'Università degli Studi di Messina) nelle discipline demo-etno-antropologiche e museografiche. Dirigente Superiore dal 1999, dal 2007 al 2010 ha diretto il Museo Regionale "Giuseppe Cocchiara" di Mistretta, dal 2010 al 2013 il Parco Archeologico dei Nebrodi Occidentali, dal 2013 al 2015 la Biblioteca Regionale Universitaria di Messina. Nel 2013 è stato Assessore alla Cultura e alle Identità del Comune di Messina. Ha ricoperto numerosi incarichi istituzionali nel settore dei beni culturali.
Gli sono stati assegnati, per singole opere o alla carriera i seguenti premi: "G. Pitrè - S. Salomone Marino" (Palermo, 1997), "Dioniso" (Fiumedinisi, 1999), "Maria Messina" (Mistretta, 2010), "Antonello da Messina" (Roma, 2012), "Nunzio Bruno" (Floridia, 2012), Meter & Miles (Messina, 2014), Colapesce (Messina, 2015), "Dimitris Bisbikis" (Messina, 2016).
Ha al suo attivo, oltre a numerosi saggi, i seguenti volumi: Naturalismo e Storicismo in Ernesto De Martino, Messina, E.D.A.S., 1977; Ernesto de Martino, Il mestiere di Etnologo, Messina, Officina, 1985; Proverbi siciliani, Venezia, Istituto Nazionale per la Grafica, 1988; Mitia e Cronos. Giganti a Mistretta, Palermo, Assessorato BB.CC.AA. e RI., 1990; Teatro mobile. Le feste di Mezz'agosto a Messina, Messina, G.B.M., 1991; Atlante dei Beni Etno-antropologici eoliani, Palermo, Assessorato BB.CC.AA. e RI., 1995; Fotografi di paese, Messina, G.B.M., 1995; Icone Messanenses - Edicole votive nella città di Messina, Palermo, Assessorato BB.CC.AA. e P.I., 1997; Angelino Patti fotografo in Tusa, Palermo, Assessorato BB.CC.AA. e RI., 1999; I sentieri di Didyme. Un percorso antropologico, Palermo, Assessorato BB.CC.AA. e RI., 1999; In forma di festa. Le ragioni del sacro in provincia di Messina, Messina, Skriba, 2003; Miracoli. Il patrimonio votivo popolare della provincia di Messina, Messina, Magika, 2007; Vetri flessi. Un pincisanti del XXI secolo, Palermo, Assessorato BB.CC. e I.S., 2011; Matrimoniu. Nozze tradizionali di Sicilia, Messina, Magika, 2014; I siciliani di Maccà, Messina, Magika, 2015; Album, Messina, Magika, 2015.
formato 23 x 21 - pp. 156, € 21,00
Michele Giacomantonio
LA RELIGIONE NELLA LIPARI ANTICA
La storia antica della religione nelle Eolie presenta diversi "misteri" di cui qui ci si occupa. Il primo è quello del tempio di Apollo. Come mai a Lipari non esiste traccia di un tempio a questo dio che pure tutti gli storici antichi ci dicono molto venerato dai Liparesi? Che cosa rappresenta Demetra soprattutto nel passaggio dal paganesimo al cristianesimo? E Agatone, il vescovo che accolse le reliquie di San Bartolomeo nel 264, è veramente un personaggio leggendario? E San Paolo nel suo viaggio verso Roma non è più probabile che sia naufragato a Lipari piuttosto che a Malta? Nel V secolo Lipari ebbe una diaconessa? Infine che cosa ha rappresentato e rappresenta la rocca, da sempre sede di templi agli dei o ai santi?
Michele Giacornantonio è nato a Lipari il 31 ottobre del 1940 ed ha sposato Aida, una ragazza di Lipari, il 27 giugno 1966 che è stata la compagna della sua vita. Trasferitosi con la famiglia a Pavia nel 1950 si è laureato in Economia e Commercio, ha lavorato come redattore di libri scolastici alla Case editrice Mursia, ed è divenuto pubblicista e ricercatore di problemi sociali. Dal 1974 è stato dirigente nazionale delle ACLI trasferendosi a Roma ed occupandosi dell'Ufficio Studi, del settimanale "Azione Sociale" e della rivista "Quaderni di azione sociale". Tornato a Lipari agli inizi degli anni '90 è stato sindaco per sette anni e quindi si è dedicato alla storia locale ed agli studi di teologia. Ha scritto, oltre a numerosi saggi, Florenzia ha svegliato l'aurora e Questa è Florenzia per le Edizioni San Paolo e Navigando nella storia delle Eolie per Pungitopo. Cura il sito www.archiviostoricoeoliano.it.
formato 12 x 17 - pp. 104, € 12,00
Liborio Lombardo
LA DEVOZIONE A SAN CALOGERO EREMITA
pietà popolare, luoghi, storia, miti e leggende
Lasciato l'insegnamento e guidato dai fili invisibili del pàthos, non ho dimenticato il senso di appartenenza alla gente del Sud. Sempre alla ricerca di una patria che non c'è più, risorge e vive sempre nei miei sogni di esule la Magna Grecia ('a Grigìa), ormai smarrita tra gli alberi d'ulivo inondati dal canto delle cicale, ebbre di sole e nata dal sangue dell'anima caduta dal Cielo sul bianco sorriso della spuma del mar Mediterraneo.
Ho cercato rifugio tra i boschi, i borghi e le ampie vallate dei Nebrodi. Quivi sono custodite dalla memoria feste ancora incontaminate, in cui mito, storia e religione, grazie alla nuova dimensione della fede cristiana, si ritrovano in un'affascinante amalgama con la vita quotidiana.
All'interno della stessa festa è racchiuso un tentativo di spiegare i propri dubbi, le proprie esperienze e le proprie speranze, obbligando l'intelligenza a strappare le ragnatele tessute dai razionalisti, dai positivisti e via via dai novelli liturgisti, impedendo così il rivolgersi verso una realtà trascendente e l'accesso ad altre culture. Ogni viaggio verso la Patria ha un punto di partenza e un punto d'arrivo.
"Colui che non fa mai visite pensa che sua madre sia la sola cuoca".
Don Liborio Lombardo (Udine 1939), ha compiuto gli studi a Mesoraca, a Crotone e nei seminari di Catanzaro e Patti. Ordinato sacerdote il 5 agosto 1962 da mons. Giuseppe Pullano a Castell'Umberto, ha perfezionato gli studi umanistici all'Università di Palermo, conseguendo la laurea in Pedagogia. Già allievo del prof. Ettore Caracciolo all'Istituto di Psicologia dell'Università di Messina, è iscritto all'Albo degli Psicologi. È stato ordinario d'Italiano, Storia e Filosofia nei licei, docente di Storia delle Religioni, di Psicologia e Pedagogia presso l'Istituto Teologico di Patti. Ha diretto il Centro di Promozione per la Vita in Patti-Tindari e ha collaborato con la rivista "Studi di Psicologia dell'Educazione".
Ha pubblicato tra l'altro, I Gesanti, Ipotesi interpretativa sulla festa della Madonna della Luce di Mistretta e La festa di San Giacomo a Capizzi, Mito, Storia, Religione.
formato 17 x 24 - pp. 192, € 18,00
Alexandre Dumas (padre)
MESSINA LA NOBILE e Taormina
MESSINA LA NOBILE e Taormina
Introduzione e traduzione di Valeria Gianolio
In queste pagine siciliane Dumas descrive il suo rapido peregrinare in terra messinese, in un frammisto di aneddoti di costume, brani mitologici e fatti storici alternando piaceri suscitati dalla buona tavola, passione e slancio per le grazie femminili e spiccato interesse per le località visitate.
formato 15 x 21 - pp. 88, € 9,00
Giovanni Crisostomo Sciacca
GARIBALDI E GARIBALDINI A PATTI
luglio 1860
GARIBALDI E GARIBALDINI A PATTI
luglio 1860
Il centocinquantenario dello sbarco di Garibaldi alla Marina, celebrato il 19 luglio 2010, e le polemiche — poche e garbate, per la verità — che ne sono sorte, hanno fatto nascere in me la curiosità di conoscere — funditus — cosa fosse veramente accaduto a Patti in quei giorni. Mi ero reso conto di conoscere solo la lapide posta sulla facciata di un palazzo dove ero stato da bambino in visita con i miei genitori, null'altro che uno dei soliti, guardati con indifferenza se non con sufficienza, "Garibaldi ha dormito qui". Così è nata questa ricerca, di cui dichiaro la modestia a causa della sicura incompletezza dovuta alla difficoltà di accedere alle fonti, ma che mi ha però consentito, da un lato, di verificare — e di dimostrare — il radicato spirito antiborbonico dei pattesi ed il loro entusiasmo per quei volontari giunti dal resto dell'Italia per liberarli da un regime male accetto e, dall'altro lato, di apprendere di quale tempra fossero questi patrioti, da cui ci distanziano, in verità, non solo meno di cinque generazioni ma un'era di valori perduti. [...]
formato 17 x 24 - pp. 74, € 11,00
Michele Giacomantonio
NAVIGANDO NELLA STORIA DELLE EOLIE
Sembrerebbe incredibile che un territorio così piccolo quale l’arcipelago delle Eolie possa vantare una storia così ricca e vivace che si sviluppa lungo circa sette millenni di storia. Certo periodi luminosi si intrecciano a periodi di decadenza e di miseria, ma il filo della civiltà che, in alcune occasioni, era parso attendarsi fino quasi a sparire, ha sempre ripreso il suo corso. Così nel 251 a.C., con la distruzione della Lipara greca ad opera dei Romani, così nell' 838 d. C. con il sacco ad opera degli Arabi, così ancora nel 1554 d.C. con la "ruina" ad opera del Barbarossa.
Nel susseguirsi di vicende, diverse volte, le Eolie sono salite alla ribalta nazionale ed anche mondiale. E non solo nell’antichità, quando, fra il neolitico e il sorgere dell’era dei metalli, divennero il centro del commercio dell’ossidiana che era una pietra di grande valore prima che si diffondessero il bronzo e il ferro, o al tempo degli Cnidi quando diedero vita ad una civiltà che forse ispirò Platone nella stesura della sua Repubblica, oppure nel medioevo quando colpirono la fantasia dei credenti che videro in esse l’entrata dell’inferno e del purgatorio e contribuirono alla nascita del 2 novembre giorno dedicato al culto dei morti; ma anche fin nell'età moderna.Così nel 700 con la famosa "controversia liparitana", furono al centro dello scontro tra il papato e i regnanti di Palermo a proposito dell'istituto della Legazia apostolica, che dava a questi ultimi il diritto di nominare i vescovi del loro territorio. Infine, nella seconda metà del secolo scorso, dopo la seconda guerra mondiale, le Eolie furono al centro di una nuova contesa relativa, questa volta, al loro modello di sviluppo fra chi cercava lo sfruttamento del loro territorio per cavalcare l'onda del boom turistico e chi invece pensava ad uno sviluppo ecosostenibile.
E se in un primo tempo pareva che questa fosse la strada imboccata, nel tempo furono i primi a dettare legge dando vita ad un lungo periodo di abusivi e di speculazione. Una partita però tutt’altro che conclusa se nel 2000 l’Unesco ha iscritto l’arcipelago nella Heritage List proprio per i suoi fenomeni naturalistici che, malgrado molti scempi, rimangono ancora una realtà di grande interesse e non solo per gli scienziati.
Michele Giacomantonio biografia
formato 17 x 24 - pp. 520, € 38,00