NARRATIVA
Ennio Salvo D'Andria
UNDICESIMO COMANDAMENTO
romanzo
Come fare a salvarsi l'anima? È un problema che assilla la ricca signora Calamanni, la quale infine scopre che Mosé ha evitato di scrivere l'undicesimo comandamento per dare ampia libertà alle mogli infedeli. E gli accattoni sono davvero intermediari del perdono?
Romanzo ironico e mordace, la cui trama è sorretta da un dialogo vivacissimo ricco di battute irresistibili, nel quale l'Autore celebra una sorridente ma feroce vendetta nei confronti delle convenzioni che opprimono la società attuale e dell'apparato burocratico di oggi.
Ennio Salvo d'Andria (Patti, 1919 - San Giorgio di Gioiosa Marea, 1974), raffinato intellettuale, poeta, scrittore, sindacalista e politico, trascorse lunghi anni a Firenze dove, a 19 anni, pubblicò con Bemporad Lupesuche, il suo primo volume di poesie. In seguito, con lo stesso editore, La terra del sole, una seconda silloge. A Firenze seguì gli studi classici e si occupò di bibliografia e antiquariato del libro. Il richiamo sempre vivo della sua terra lo portò a trascorrervi lunghi periodi, impegnandosi in politica (fu più volte sindaco di Oliveri) e in attività sociali per il miglioramento delle classi più deboli.
Il suo primo romanzo Sicilia un giorno, è ispirato ai ricordi della sua giovinezza siciliana, alla vita grama dei contadini e dei pescatori. Nel 1937 pubblicò a Firenze Il poverello di Assisi, un saggio sulla vita di San Francesco, e nello stesso anno il dramma Arriba España, su una Spagna devastata da brigantaggio e da oscurantismo politico. Nel 1939 vince il primo Premio Nazionale per Soggetti Cinematografici col romanzo inedito I picciotti di Gibilrossa, giudicato da Blasetti la migliore opera di quegli anni. Pubblicò commedie e volumi di saggistica oltre a molti racconti ed articoli politici su quotidiani italiani ed esteri, e fu direttore e redattore capo di giornali e agenzie di stampa. Undicesimo comandamento è il suo ultimo romanzo.
formato 15 x 21 - pp. 120, € 13,00
Michele Mancuso
LA GENTE SE NE VA
racconti
Gli echi di uno struggente esistenzialismo travalicano l'ambientazione isolana e provinciale, marcata in questi racconti, e assumono una dimensione propria del decadentismo, in cui certamente si possono inscrivere queste pagine per la loro raffinata e misurata cifra stilistica novecentesca, e per quella malinconica dimensione umana senza tempo che le ispira.
«Egli rammenta anche la lezione dei celebri conterranei veristi, pur non condividendone gli interessi epici, e dimostra di aver amato Verga e Pirandello e la loro sicilianità applicata alla narrazione domestica, di paese. Tanto che certi brani delle novelle, quelli che dipingono con pochi segni efficaci un'anima o un angolo di paesaggio, denunciano chiaramente l'appartenenza a una scuola di buon rango». (Rita Sala, «Il Messaggero»).
Michele Mancuso (Ficarra, 1892 - Patti 1949) dotato di una straordinaria conoscenza della letteratura, nel 1914 pubblicò Sussurri, il suo primo volumetto di versi; nel 1915 il romanzo Ciò che non torna più (ristampato nel 1988 dalla Pungitopo), e nel 1920 una nuova raccolta di liriche, La vita senza grazia. Nel 1923 si laureò con Attilio Momigliano con una tesi sulla poesia decadente, meritevole di pubblicazione. Nel 1925 si stabilì definitivamente a Patti, dove insegnò Lettere ai licei, nella devozione degli alunni, che lo frequentavano anche fuori dalla scuola, insieme a tanti altri amici, come Salvatore Quasimodo, Salvatore Pugliatti, Vann'Antò, Beniamino Joppolo, Lucio Piccolo, che si intrattenevano lungamente con lui., Tra il 1930 e il 1936 piombò nella cecità totale. Nel 1940 acquistò una macchina da scrivere che gli permise di completare il romanzo Le costellazioni inutili, interrotto anni prima, e di comporre i nove racconti, raccolti e pubblicati postumi nel 1981 dalla Pungitopo col titolo La gente se ne va. Non faceva mistero delle sue idee antifasciste, e solo il grande prestigio di cui godeva gli evitarono serie grane col regime. Dopo la guerra partecipò, con scritti e comizi alle campagne politiche in favore della repubblica e della sinistra.
formato 15 x 21 - pp. 200, € 19,00
Giuseppe Ruggeri
LUNA SEGRETA
Ciascuno di noi ha la sua luna segreta da tirare fuori quando il buio cresce, impedendo di vedere dove si va. Raccontare storie è il modo migliore per non farsi trascinare dagli scherzi della vita, dall'imprevedibilità dei suoi momenti più difficili. Questa raccolta nasce dall'intenzione di non lasciar sedimentare la memoria di tali momenti, ma di farne piuttosto strumento di comprensione del tempo che si vive. Perché, se pure nulla al mondo avesse un senso compiuto, lo ha senz'altro — e pieno — il tentativo di chi narra di illuminare con la sua luna segreta l'oscura vicenda dell'essere.
Giuseppe Ruggeri. Nato a Messina nel 1961, città dove vive e opera, Giuseppe Ruggeri si è laureato in medicina e chirurgia nel 1986 ed è giornalista pubblicista dal 1993. Ha pubblicato nel 1995 la sua opera prima, un volume di racconti dal titolo L 'unico Dio Possibile. A seguire, ha pubblicato i romanzi L'incendio (2007), Per dovere di cronaca (2008), Le colline di Antonello (2011), L'ovale perfetto (2014), La danza della polvere (2016), L'albero di magnolia (2018). È inoltre autore dei saggi II romanzo di Giuseppe Tomasi di Lampedusa con coautore Nino Arena (2003) Sicilitudine e letteratura (2010), Sicilieide (2014), Incontri in Sicilia (2016), I segreti di Casimiro Piccolo (2019), Mirabilie di Sicilia (2020), Volti e maschere di Sicilia (2021), Profumo di tigli (2023). Nel 2006 ha dato alle stampe la sua prima raccolta poetica Macrocosmi e nel 2022 il poema Figli del Vento, candidato al Premio Strega Poesia 2023. È Presidente dell'Associazione Medici Scrittori Italiani e direttore responsabile del periodico associativo "La Serpe", fondato e diretto nel 1952 da Corrado Tumiati.
formato 12 x 17 - pp. 128, € 14,00
Giusi Arimatea
UNA VITA A COTTIMO
Vincenzo Sottile, cottimista, nel chiaro intento di custodirne la memoria, prova a ricomporre un ordito di storia familiare, e a riappropriarsene.
Sullo sfondo, la grande storia che entra dal piccolo schermo, dalle edicole dei giornalai in quegli anni senza internet dentro ai quali il mondo ancora non correva. Sono episodi rappresentativi di un'epoca filtrati dagli occhi del protagonista: curiosi, permeabili, lucidi.
Quello compiuto dall'io narrante, attraverso rapide evocazioni di un passato che denuda, orienta, assolve, è un viaggio nei sentimenti, nei legami che hanno delineato il suo percorso esistenziale. Il sospeso emotivo che l'individuo si porta dentro, tra il dramma e la poesia, l'amore e i vuoti, la speranza e il dolore, le paure e le più insospettabili variazioni del vivere.
Giusi Arimatea è giornalista, scrittrice e drammaturga. Al servizio d'ogni esplorazione e lavoro in ambito artistico-culturale, si occupa prevalentemente di critica teatrale, cinematografica, letteraria, musicale e delle arti visive. Ha scritto testi per il teatro, soggetti, sceneggiature, dialoghi di cortometraggi e film, saggi storici e il romanzo Di donne, di ieri (Pungitopo, 2022), terzo classificato al Premio Letterario nazionale EtnaBook 2023. Vincitrice per due anni consecutivi, nel 2021 e nel 2022, del Premio Nazionale di Drammaturgia "Aldo Nicolaj", nel 2023 del Premio Nazionale "Giano Teatro" e del Premio Internazionale "Navarro".
formato 15 x 21 - pp. 168, € 15,00
Sara Palermo
PUNTOEBASTA
PUNTOEBASTA
diario di un'anoressica
Fra tanti punti interrogativi ed esclamativi si dispiegano le pagine di un diario adolescenziale e, in corsivo, le riflessioni di una personalità ormai matura. Una rivisitazione, istintivamente poetica, di un malessere esistenziale.
I quaderni testimoni di vita sono oggetti d'affezione che trasformano l'isolamento emotivo di una identità lacerata dal disturbo alimentare. La rilettura di quelle pagine, dopo anni, è un riattraversamento doloroso che genera nell'autrice consapevolezza e le consegna nuove parole. «Voltavo continuamente pagina, proprio come cercavo di voltare tutte le mie giornate», lo scorrere della gioventù, rivissuta poi con una voce nuova e fresca.
L'intimità di parole segrete diventa coraggiosa condivisione ed esprime con incisiva sensibilità e autenticità la mutata immagine di sé nella relazione con l'altro.
Sara Palermo (Milano, 1979), psicoterapeuta, si occupa da anni di salute mentale e immigrazione.
formato 12 x 17 - pp. 136, € 12,00
Orietta Milanesi Franchini
LA SMUGNA
Sapientemente, e con la partecipazione sentimentale che respira chi le Eolie le ha intensamente vissute, nelle pagine di questa storia tipicamente isolana si coniugano il dolce intenso della malvasia e il sapore amaro, ma profumato, del cappero di Pollara: nel suo ciclopico anfiteatro aperto al mare l'attenzione naturalistica dà i colori alle vicende umane della sua gente.
Orietta Milanesi Franchini, (Genova, 1941 — Torino, 2022), sin da giovane età appassionata lettrice, riceve una formazione artistica a Genova prima i i trasferirsi a Torino alla fine degli anni Sessanta. Qui si inserisce attivamente nel vivace milieu culturale della città partecipando anche all'ideazione e realizzazione del cortometraggio di sperimentazione Digestion (1° Premio, Mostra Internazionale del Cortometraggio di Montecatini Terme, 1968). Negli anni Settanta coltiva l'interesse per l'Antropologia; partecipa all'organizzazione e allestimento del pionieristico laboratorio didattico del Museo di Antropologia ed Etnografia di Torino; contribuisce alla ricerca dell'Istituto di Antropologia dell'Università di Torino sulle tradizioni e tecniche della minoranza occitana dell'alta Val Varaita (Cuneo), i cui esiti saranno diffusi nella mostra Popolamento e spopolamento di una vallata alpina (1976). Dagli anni Ottanta si avvicina al pensiero di Rudolf Steiner, che approfondirà all'interno dei gruppi di lettura dell'Associazione antroposofica steineriana. Sarà co-fondatrice e direttrice dell'Asilo Steineriano di Torino. Gli anni Ottanta sono per lei anni di svolta, scopre l'arcipelago delle Eolie, s'innamora dell'isola di Salina e di Pollara dove dal 1980 risiederà per periodi sempre più lunghi. Prestando ascolto ai racconti degli anziani, immersa nella contemplazione del luogo, dopo aver tanto letto e meditato, inizierà a scrivere.
Il romanzo La Smugna è la prima opera data alle stampe per i tipi Pungitopo, scrive altri due romanzi Il Négligé della Perpetua (inedito) e Le Ricette di Barba Pinotto (incompiuto).
formato 12 x 17 - pp. 184, € 15,00
acquista e Book su amazon.it a € 3,00 - Con abbonamento kindleunlimited € 0,00
Claudia Terranova
STANZA 212
In una clinica di Houston, nell'agosto del 2008, il poeta palestinese Mahmoud Darwish trascorre i suoi ultimi giorni di vita, condividendo la stanza 212 con David, un bambino che ne diviene un alter ego. Da sfondo la condizione di esule del poeta, e il tema della questione palestinese. La sua tragedia si intreccia a quella di altri ospiti della clinica che; per motivi diversi, hanno conosciuto l'estraniazione, la solitudine e la sofferenza. Nel romanzo, i non-luoghi della clinica diventano teatro di un'umanità alle prese con i traumi della vita e del passato. Il tempo senza tempo dei protagonisti trascorre sotto gli occhi degli altri degenti che, tra condivisione e solidarietà, danno vita a una comunità, il cui orizzonte travalica i confini di ogni appartenenza geografica e culturale.
Il romanzo può considerarsi un omaggio ad uno dei più grandi poeti contemporanei, ma anche alla poesia come luogo d'incontro, arma, patria e mondo della libertà.
Claudia Terranova, docente di filosofia, sociologia e antropologia nei licei, ha conseguito il dottorato di ricerca in Metodologia della filosofia presso l'Università di Messina. Ha collaborato con la rivista on line "Jura Gentium Journal", recensendo N. Chomsky, U. Curi, C. Schmitt, G. Anders. Con Danilo Zolo ha pubblicato Il nuovo disordine mondiale. Un dialogo sulla guerra, il diritto e le relazioni internazionali (Diabasis, 2011). Altri saggi: Con Schmitt ed oltre Schmitt: verso una politica a-venire, nel volume collettaneo, L'evento dell'ospitalità tra etica, politica e geofilosofia. Per Caterina Resta (Mimesis, 2013) e Il tramonto del Nomos eurocentrico (Bonanno, 2013). Oggi è lu mia festa (Kalós, 2022) il suo esordio narrativo.
formato 15 x 21 - pp. 128, € 13,00
Giuseppe Ruggeri
PROFUMO DI TIGLI
Cronache di una città sotterranea
Il ritrovamento di resti ossei umani nelle segrete di un'antica fortezza cittadina insospettisce un giornalista con il pallino dell'investigazione, che non si convince ad archiviare il fatto come un normale caso archeologico. Insieme a un antiquario e un architetto, cui in seguito si aggiungerà un sostituto procuratore, si calerà pertanto nelle viscere della città sotterranea alla ricerca della chiave dell'enigma.
Una vicenda ambientata in una città bellissima e misteriosa, inondata a primavera dal profumo dei lunghi filari di tigli che riempiono d'ombra i suoi viali. Un odore che potrebbe diventare simbolo di cambiamento e rivoluzione delle coscienze.
Giuseppe Ruggeri è nato a Messina, città dove vive e opera. Laureato in medicina e chirurgia, è giornalista pubblicista. Ha pubblicato nel 1995 la sua opera prima, il volume di racconti L'unico Dio possibile. In seguito ha dato alle stampe i romanzi L'incendio (2007), Per dovere di cronaca (2008), Le colline di Antonello (2011), L'ovale perfetto (2014), La danza della polvere (2016), L'albero di magnolia (2018). È inoltre autore dei saggi Il romanzo di Giuseppe Tomasi di Lampedusa con coautore Nino Arena (2003) Sicilitudine e letteratura (2010), Sicilieide (2014), Incontri in Sicilia (2016), I segreti di Casimiro Piccolo (2019), Mirabilie di Sicilia (2020), Volti e maschere di Sicilia (2021). Coltiva da sempre la passione per il genere noir, traendo spunto da casi giudiziari reali calati in un contesto ambientale tipicamente siciliano. Dal 2015 è vicepresidente nazionale dell'Associazione Medici Scrittori Italiani nonché direttore responsabile del periodico associativo "La Serpe", fondato e diretto nel 1952 da Corrado Tumiati.
Recensione di Cosimo Cucinotta - mondonuovo news, 18-05-2023
formato 12 x 17 - pp. 160, € 14,00
Giusi Arimatea
DI DONNE, DI IERI
Tre esistenze lungo l'arco temporale d'un secolo che si dispiegano, accavallandosi, al richiamo della memoria. Sullo sfondo una Sicilia dissennata, animosa, magica, retriva, ospitale e scomoda, luminosa e lugubre, ineguagliabile impasto di terra e mare. Innanzi agli occhi una Milano composta, elegante, generosa, cautamente affabile, dai cieli grigi e dalle infinite sfumature.
Il lungo monologo, che trova nelI'armonizzazione di elementi propri di un registro letterario e dei toni autenticamente colloquiali una personale soluzione stilistica, schiude una galleria di anime e confeziona il quadro espressionistico di un mondo lontano da scrutare con gli occhi dell'anima.
La protagonista del romanzo, scovando i ricordi annidati nell'unico luogo in cui, uno a uno, avrebbe potuto disseppellirli, tesse la tela screziata della storia familiare dentro alla quale ritrovarsi. E lì magicamente rinviene gli elementi di quel magnifico intero che è l'universo al femminile cui deve la forza, l'indipendenza, l'adattabilità.
La morte è relegata al ruolo di mera comparsa. Sono piuttosto i copiosi riverberi delle esistenze, ombre e orme in quel mare inquieto di imponderabilità che è la vita, a ridisegnare un nuovo orizzonte.
Al tentativo di trattenere i ricordi dentro alle mura di casa, per schivare il dolore, subentra pertanto il coraggio di vivificare le anime una volta di più, di confonderle col vento, di respirarle ancora e anco- ra, poi di lasciarle andare.
Giusi Arimatea è giornalista. Al servizio d'ogni esplorazione e lavoro in ambito artistico-culturale, si occupa prevalentemente di critica teatrale, cinematografica, letteraria, curatela di mostre d'arte, drammaturgia e regia. Ha scritto saggi storici, testi per il teatro, soggetti, sceneggiature, dialoghi di cortometraggi e film. Vincitrice nel 2021 del Premio Nazionale di Drammaturgia "Aldo Nicolaj".
formato 15 x 21 - pp. 112, € 13,00
Ezio D'Errico
QUALCUNO HA BUSSATO ALLA PORTA
Con Qualcuno ha bussato alla porta, primo romanzo giallo di Ezio D'Errico - scrittore grande e sfortunato - irrompe nella narrativa del ventennio fascista la figura di Emilio Richard, uomo concreto e disincantato, capo della Seconda Brigata Mobile della Súreté. In una sordida stanza in affitto viene ritrovato il cadavere di un pittore fallito, impiccato a una trave. Il commissario Richard non crede alla versione ufficiale e ricostruisce i sentimenti segreti che hanno portato a quella macabra messinscena. Intorno si delinea l'immagine della provincia francese, ambigua e straniante, tempestata dall'avidità e dalla malinconia, misera e grigia come il cielo basso di Parigi in inverno. Ispirandosi a Simenon, l'ambientazione estera dei suoi romanzi consente a D'Errico di non cadere vittima della censura di regime, inventando una figura di commissario che analizza i fatti non per logica e deduzione ma attraverso l'osservazione dell'ambiente, decodificando i cupi silenzi dell'ambizione familiare e i sottotesti delittuosi della mediocrità. Emilio Richard - figura che incute rispetto e timore, con i tratti privati del burbero premuroso e il sentimento scettico dell'ironia - appare sin da subito come l'espressione più autentica dell'estro affabulatorio e della capacità d'invenzione romanzesca di Ezio D'Errico, dandogli il carattere di un `classico contemporaneo' che oltrepassa i limiti del giallo assumendo la fisionomia inquieta e problematica dell'opera aperta. (Beniamino Biondi)
Il 19 aprile del 1972 moriva Ezio D'Errico, scrittore, pittore e drammaturgo, nato ad Agrigento nel 1892. Moriva nel più colpevole isolamento, circondato dai suoi quadri e con accanto solo la moglie. Autore di gialli pubblicati con Mondadori, di opere teatrali tradotte e rappresentate anche all'estero, tra i primi pittori astrattisti in Italia, d'Errico, una sorta di genio rinascimentale, è ancora un universo da esplorare. Le sue vicende biografiche sembrano avvolte da un alone di mistero. Grazie proprio a D'Errico fa irruzione nel giallo italiano l'inquietudine, che mette in crisi la scienza della deduzione e il culto della logica; a dominare invece è l'intuizione, l'empatia psicologica del detective con le vittime e i sospettati. D'Errico per i suoi polizieschi si ispira chiaramente al creatore di Maigret, tanto da guadagnarsi il soprannome di "Simenon italiano": infatti, il personaggio da lui creato, l'ispettore Richard, conduce tutte le sue indagini in una Parigi fredda sì, ma sanguigna e popolare. Intanto va pubblicando straordinarie raccolte di novelle, attraversate come sono da un elegantissimo surrealismo grottesco e da un'irrefrenabile ansia metafisica, e da questo ricchissimo humus narrativo nasce il d'Errico drammaturgo, quello che rinnega tutta la sua produzione teatrale precedente per tentare la via della sperimentazione, del vero teatro d'avanguardia. È questo il vero d'Errico di statura europea, l'autore dei dieci testi, pubblicati nel '68, raccolti sotto il titolo Teatro dell'assurdo. I teatri italiani gli chiudono le porte, ma il successo gli arride all'estero dove dal critico Martin Esslin viene accostato ai grandi del tempo: Beckett, Jonesco, Genet, Arrabal, Tardien, Vian e Buzzati. (Salvatore Ferlita)
formato 15 x 21 - pp. 224, € 22,00
Giuseppe Sicari
MALANOVA, MORBU E BOTTA DI SANGU
Racconti in rosso, giallo e nero dall'Isola delle Opunzie
Ancora l'Isola delle Opunzie, ancora Castel Rinaldo: Giuseppe Sicari ambienta nuovamente i suoi racconti in questi luoghi di fantasia, ora teatro delle inchieste della vicequestora Rosalia Maniscalco e della sua ineffabile squadra.
Ma chi è questa investigatrice? È una rampante donna dei nostri giorni, ma anche la discendente di un reale e storico personaggio che, a metà Ottocento, come Capo della Polizia in Sicilia fu il primo a combattere la mafia.
Nel libro assistiamo dunque alla ricostruzione di alcuni fantomatici delitti accaduti nel periodo del Ventennio, alle gesta di un writer che ha preso di mira un paese intero, al misterioso omicidio di una linguacciuta vecchietta, a quello di un ambiguo giornalista e ad altre storie fra cronaca e fantasia. L'autore affronta poi, con mano leggera e ironica, le attuali tematiche dell'impatto, sulla nostra società, delle scoperte nel campo dell'intelligenza artificiale e delle invenzioni della robotica.
Giuseppe Sicari è nato a Capo d'Orlando nel 1933 e risiede a Roma. Per decenni al TG1, ne è stato anche capo redattore "cultura e spettacoli". Per otto anni è stato titolare dell'insegnamento di Comunicazione radiotelevisiva presso l'Università della Tuscia.
Ha pubblicato saggi e opere di narrativa fra le quali: Cognomi e soprannomi fra Capo e Naso (2005), Gelsomina di Sicilia (2006), *Il Santo marrano (2010), Il tempio perduto (2011), *La kippà di Esculapio (2012), *Le isole vagabonde (2013), *La barca del sale (2017), *Malanova, morbu e botta di sangu (2020).
*Opere edite da Pungitopo.
formato 12 x 17 - pp. 192, € 16,00
Nicola Bozzo
LE CINQUE LUNE DI MYSKIN
romanzo
In un angolo tra il bar e la stazione che sembra quasi Lisbona, si muovono i primi personaggi di questo romanzo: l'uomo che aveva permesso a qualcuno che il passato non diventasse un destino; il ragazzo magro che aveva capito così tanto la vita da non essere creduto; la ragazza che non poteva morire perché innamorata; l'uomo del manoscritto.
Nella metafora di un mare che si ritrae, attorno a loro altri personaggi si sfiorano, si incrociano, si perdono per incontrarsi ancora, si confondono in un'atmosfera rarefatta in cui le vite di ognuno — vissute, immaginate, sognate — si mescolano, fino quasi a fondersi o a scomparire dopo essere state viste o sognate. Dopo avere avuto o non avere avuto ragione. Dopo avere lasciato, forse, memoria di sé.
"C'è un tempo che non fa rumore perché non ha voce, ma esiste anche senza la sua lingua".
Mi chiamo Nicola Bozzo, ho 52 anni. La mia attività e la mia vita professionale non hanno nessuna relazione con questo libro, quindi è giusto ometterle. Per quanto riguarda un'altra mia particolare forma di esistenza, essa non ha altre parole se non quelle di questo libro.
formato 15 x 21 - pp. 136, € 13,00
Maria Grazia Lala
PETRA
PETRA
romanzo
Intorno a Petra, vedova di un disperso nella campagna di Russia, si muovono personaggi di un mondo contadino alle quotidiane prese con una società in lento cambiamento. Le vicende storiche di una Nazione segnata da due guerre mondiali e dall'ascesa del fascismo costituiscono lo sfondo temporale di storie private e di legami più spesso determinati dall'interesse e qualche volta dall'amore. Attraverso una narrazione di reminiscenza verista si intrecciano storie di viddani e gente comune per cui è talvolta possibile un raro riscatto sociale, malgrado non mutino le antiche forme di angherie e soprusi esercitati da sovrastanti e camperi, ruffiani e usurai.
Petra, in questo contesto, è l'emblema di un'umana trinità al femminile: orfana di una madre vedova con accanto l'anziana nonna non avrà mai il diritto alla verità sulla scomparsa del padre, marito e figlio che non ha raggiunto neppure gli anni di Cristo. In questo lembo di terra ferito dalla storia perfino la legge di Dio si adegua al potere umano, e alla forza di un timido amore giovanile spetta il difficile compito di assolvere colpe di padri da cui i figli cercano di redimersi, nella speranza di poter tornare al mare e alle antiche torri saracene, mute testimoni della pena di vivere.
Maria Grazia Lala scrive storie di disuguaglianza sociale e di discriminazioni, ambientate in un passato rurale siciliano di cui conserva memoria. Nel 2012 esordisce con il racconto Era un lunedì (Pungitopo), una cruda realtà di un'Italia falcidiata dalla guerra e mortificata dalla discriminazione razziale (menzione speciale della giuria al "Premio Mazara Narrativa Opera Prima 2015"). Con il breve romanzo Sempredisabato (Pungitopo, 2017) si aggiudica il primo premio letterario di "Cunti e Triunfi", indetto dall'Assemblea regionale siciliana, e il secondo posto al "Premio Internazionale Navarro".
Nel 2017 partecipa con uno scritto al "Festival delle Lettere", svolto al teatro Pavillon di Milano. L'idea del concorso è quella di valorizzare il recupero della memoria e la scrittura epistolare rispolverando storie vere del passato rimaste inedite. Voce femminile per la storica emittente "Radio In", collabora a programmi di approfondimento culturale e di attualità.
Con l'ultimo lavoro Petra, la signorina maritata a giugno del 2019 si è classificata prima nella sezione narrativa inedita romanzi del XI Premio Internazionale Navarro.
formato 12 x 17 - pp. 88, € 9,00
Giovanna La Maestra
LA CAMERA E' IN OMBRA
LA CAMERA E' IN OMBRA
[...] Nello scrivere, una dopo l'altra, le pagine che seguono ho sentito la necessità del frammento. E' l'unico modo che ho trovato per somigliare alle persone a cui ho dedicato parte della mia vita e per segnare la mia distanza da chi impunemente, ogni giorno, usa le parole, le consuma, le piega alla non comunicazione.
Il bisogno di definire gli ambiti e di cercare la verità e la sicurezza nelle definizioni dunque non mi appartiene, anzi mi pare che proprio le griglie nelle quali imprigioniamo la realtà credendo di costruire saperi oggettivi ci impediscano di passare attraverso la conoscenza e soprattutto creino barriere alle relazioni. Forte invece, e in parte polemico, è stato il bisogno di usare registri diversi per dire in più modi le stesse cose: il diario di esperienze vissute accanto alla riflessione e la riflessione accanto alla fiaba. Un tentativo di creare un ponte, un passaggio, fra il pensare adulto e quello infantile. [...]
Giovanna La Maestra ha insegnato, prima in Toscana e poi in Calabria, con amore e passione, materie letterarie negli Istituti di Istruzione secondaria di secondo grado. Ha fatto parte della redazione della rivista "Cooperazione Educativa" e si è occupata di Educazione Corporea, Teatro a Scuola, Sviluppo e Sottosviluppo in Italia e Didattica della Storia, con particolare attenzione alla Questione Meridionale, alla Tradizione orale e alle Storie di vita nei Gruppi Nazionali di ricerca del Movimento di Cooperazione Educativa. Socia fondatrice de La Ragnatela onlus e de Il Cantiere dell'InCanto, ha condotto laboratori per disabili utilizzando le tecniche di vita della pedagogia Freinet, il canto libero e l'espressione grafico-pittorica. Ha organizzato seminari, incontri e performance volti alla valorizzazione delle diversità e, con artisti, musicisti ed educatori, Il bosco in Concerto, appuntamento annuale sui Peloritani e percorso di ascolto delle forme i colori e i suoni del bosco. Ha partecipato alla gestione del Laboratorio di Educazione Ambientale del Comune di Messina.
Ha fondato, insieme al musicista Angelo Tripodo, il Laboratorio Suono & Ritmo, nel quale musicisti abili e disabili insieme fanno esperienza di improvvisazione creativa. Se ne prende cura ancora oggi insieme alla psicopedagogista Francesca Billé e al pianista e compositore Luciano Troja, in collaborazione con i musicisti Paolo Fresu e Alessandra Giura Longo.
È autrice del Cantu di Notti, libro e spettacolo teatrale nati nell'ambito del Progetto Nazionale Scuole Verdi del M.C.E.
formato 15 x 21 - pp. 264, € 18,00
Beniamino Joppolo
LA DOPPIA STORIA
romanzo
LA DOPPIA STORIA
romanzo
«Libro insolito, diverso, come era diverso nella sua inquieta natura ideologica, nel suo abito quasi anacronistico di artista “maudit”, Beniamino Joppolo: ora autobiografia, di cui talvolta conserva i modi sommariamente allusivi e contratti, mentre altrove, nelle zone più aperte della memoria, si distende in ampie concertazioni di temi, di figure; ora puntigliosa, perfino ossessiva interpretazione di un’esistenza consumata in anni di piombo e resa più convulsa dalla singolarità di un temperamento fuori della regola. Dall’infanzia in una Sicilia calcarea e fiabesca alla compromissione politica, dalle esperienze del confino e del carcere fino alla morte del padre che come un emblema chiude il romanzo, Joppolo insegue una sua disperata visione delle cose, ma di continuo riassorbita, come cancellata, da una furia vitale, da un insopprimibile bisogno d’amore che di volta in volta assume i toni della protesta, del rancore, perfino della rabbia, o quelli, altrettanto perentorii, della tenerezza e della partecipazione. Eppure, sbaglierebbe chi in una simile trasposizione romanzesca non vedesse che una testimonianza di vita: le rotture tematiche, le impennate stilistiche e verbali, le smagliature del racconto rispondono alla più che consapevole scelta espressiva di uno scrittore che fin dagli inizi, a tutto suo rischio, ha sempre cercato di liberare da catene non soltanto letterarie le risorse di una fosforescente, dolorosa fantasia».
Beniamino Joppolo nasce a Patti nel 1906. Studia a Messina, poi a Firenze, dove si laurea in scienze politiche e sociali, e dove pubblica nel 1929 la sua prima raccolta di versi (Canti dei sensi e dell’idea). Dal ’29 al ’35 vive a Messina, a Verona (dove scrive il primo romanzo, Il nido dei pazzi), e a Milano dove incontra artisti, letterati ed intellettuali (Sassu, De Grada, Fontana, Migneco, Guttuso, Sciacca, Fulchignoni, Tomea, Valenti, Treccani, Birolli, Grassi). Per antifascismo è arrestato due volte, ed è poi confinato per quasi due anni. Nel ’37 pubblica un volume di racconti, C’è sempre un piffero ossesso, e dal ’39 al ’43 scrive e pubblica lavori teatrali e articoli in varie riviste dissidenti (soprattutto Corrente). Un atto unico, L’ultima stazione, è rappresentato da Paolo Grassi alla Triennale di Milano nel ’41. Fino alla liberazione vive nascosto tra il bergamasco e Milano. Dal ’45 al ’54 pubblica tre romanzi, Tutto a vuoto, La giostra di Michele Civa e Un cane ucciso. Con Audiberti teorizza il nuovo movimento filosofico dell’Abumanesimo (L’arte da Poussin all’Abumanesimo e L’Abumanesimo). Nel ’47 comincia a dipingere: espone alla Galleria del Naviglio di Milano e alla Biennale di Venezia. Con Lucio Fontana fonda il Movimento Spaziale. Dal ’54 continua a Parigi la sua attività di drammaturgo, scrittore e pittore. Un suo lavoro teatrale del ’45, I carabinieri, è rappresentato in diversi paesi (Austria, Francia, Germania, Olanda) e in Italia al Festival dei due Mondi di Spoleto (regia di Roberto Rossellini); tra il ’62 e il ’63 Jean Luc Godard ne realizza una versione cinematografica. Muore a Parigi il 2 ottobre 1963. Nel 1968 esce postumo (nella collana “Narratori italiani” di Mondadori) La doppia storia, prima parte di un lungo romanzo autobiografico.
Sono stati pubblicati dalla Pungitopo editrice La nuvola verde (racconti), Scandinavia (poema), Teatro (2 voll.), Tutto a vuoto (romanzo), Un cane ucciso (romanzo), La giostra di Michele Civa (romanzo).
formato 15 x 21 - pp. 648, € 23,00
Beniamino Joppolo
TUTTO A VUOTO. LA GIOSTRA DI MICHELE CIVA. UN CANE UCCISO
romanzi
TUTTO A VUOTO. LA GIOSTRA DI MICHELE CIVA. UN CANE UCCISO
romanzi
Il successo di Beniamino Joppolo nel dopoguerra milanese avviene soprattutto con questi tre romanzi. Joppolo dispone dell’interesse di una casa editrice importante, quella di Valentino Bompiani, con la quale pubblica nel 1945 La giostra di Michele Civa e nel 1949 Un cane ucciso. Questi due romanzi, con il lavoro teatrale I carabinieri (scritto nel 1945) costituiscono l’asse centrale della sua opera, che si teorizza, sempre in quegli anni, con l’elaborazione dell’Abumanesimo. A dar corpo al pensiero abumanista concorre un piccolo romanzo scritto e pubblicato, con sei disegni originali di Giuseppe Migneco, nell’immediato dopoguerra, Tutto a vuoto (Milano, 1945).
La connessione tra questi tre romanzi e i due saggi abumanisti è analizzata con molta chiarezza e semplicità da Domenica Perrone nelle pagine su Un cane ucciso, ed a completare questa cornice critica il saggio di Giorgio Barberi Squarotti sulla Giostra di Michele Civa, che qui si ripropongono nell’appendice a fine volume.
Beniamino Joppolo (biografia)
formato 15,5 x 21 - pp. 288, € 18,00
Alexandre Dumas (padre)
VIAGGIO NELLE EOLIE
Traduzione di Angelita La Spada
VIAGGIO NELLE EOLIE
Traduzione di Angelita La Spada
Prima edizione italiana di un viaggio del famoso romanziere attraverso l'incontaminato paesaggio eoliano, dove scoprite un mondo umano assolutamente originale e primitivo.
Arricchito da preziose stampe dell’800, il volume conserva felicissime pagine sull'impareggiabile arcipelago eoliano.
formato 15,5 x 21 - pp. 80, € 9,00