Varia1 - Pungitopo

Pungitopo
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SAGGISTICA VARIA
Antonella Giardina, Cristian Aiello
TERROIR
Metafisica del territorio (e del vino)

Terroir è una parola parlante in quanto mescola insieme identità, temporalità, qualità del luogo e del territorio. In virtù di tale intreccio inedito chiede di essere appresa nel suo sorgere, nel suo andamento esplorativo, creativo, volto ad acquisire nuovo senso.[...]
Terroir intende presentarsi come una nuova concezione della territorialità, del territorio, della terra, della città e del paesaggio, che va compresa adesso, nell'atto del suo venir detta, del suo essere pronunciata. È una di quelle parole che vanno colte nel tentativo di istituire un azzeramento che apre un nuovo senso. Terroir va inquadrata nel tentativo mai esatto, mai aderente, ma comunque sempre eroico, di definire un certo senso che ancora non-è. Solo perché non è ancora condiviso, non è ancora saputo, non è ancora correlato.

Un saggio dall'approccio interdisciplinare in cui convergono filosofia, archeologia, design e vino per una nuova cultura del progetto.


Antonella Giardina (Patti, 1967) è filosofa-designer e vive a Milano. Docente di Semiotica dell'Arte e di Metodologia della Ricerca presso l'Istituto Europeo di Design (IED) di Milano. È impegnata a favorire l'incontro tra filosofia, design e culture del territorio e su questi temi ha insegnato presso l'Università di Milano Bicocca, IULM e Politecnico di Milano. È autrice del saggio estetico-antropologico Il marchio demiurgo. Identità strategica nell'orizzonte estetico (Lupetti, 2011) e, in qualità di designer, della trilogia Vinology (Rizzoli, 2016).

Cristian Aiello (Patti, 1987) è archeologo e commudesigner e vive a Roma. Si occupa della curatela di eventi culturali e progetti per il territorio secondo un'ottica strategica che unisce marketing e beni culturali. Autore di pubblicazioni scientifiche che intrecciano archeologia, antropologia e design della comunicazione, è Dottorando in Museologia presso la Pontificia Università Gregoriana e lavora nello staff di direzione di Ales S.p.A., società in house  del Ministero della Cultura.

formato 12 x 17- pp. 192 € 14,00

Giuseppe Loteta
DIARIO IMPERFETTO
Un decennio su Facebook

giovedì 27 maggio 2021 - 20:24
Da: Giuseppe Loteta <giuseppe.loteta@gmail.com>
A: <pungitopo@pungitopo.com>
Caro Lucio, eccoti la mia proposta: titolo provvisorio “Un decennio su facebook”, ma potrebbe essere anche un sottotitolo con un titolo adeguato da trovare. Contenuti: la maggior parte di ciò che ho scritto in dieci anni su questo social media, in ordine cronologico e diviso in quattro sezioni: “Governo e partiti”, “Messina e dintorni”, “Versi e prose”, “Miscellanea”. Nella prima si raccontano, dal mio punto di vista, gli avvenimenti politici che si sono svolti in Italia dal governo Berlusconi al governo Draghi (situazioni, analisi, personaggi, retroscena). Nella seconda descrivo e commento ciò che è accaduto in questo lungo periodo a Messina, fatti di cronaca, storie di persone, le amministrazioni comunali di Accorinti e di De Luca, ecc. La terza contiene sette racconti e alcune poesie scritti in questi dieci anni e inediti. La quarta, tutto il resto, che non è poca cosa. E, per cominciare, una breve introduzione esplicativa.
Questa, la mia idea. Ma sei tu che devi decidere se, con quali modifiche e quando realizzarla. Io ha finalmente ultimato il lavoro, lungo e faticoso, del reperimento del materiale dall’archivio di facebook e la sua trasformazione in file che possono essere inviati per posta elettronica. Te le mando. E ti abbraccio. Peppino.
P.S. Avrei dovuto mandarti questa lettera più di un mese fa, ma un guasto al computer solo oggi riparato mi ha impedito di farlo.
Meglio tardi che mai. Manca l’introduzione. Devo pensarci bene prima di scriverla.


Giuseppe Loteta (Messina 1931 - Roma 2021), laureato in giurisprudenza, giornalista professionista dal 1962, è stato caposervizio interni e inviato del settimanale “L’Astrolabio”, fondato da Ernesto Rossi e diretto da Ferruccio Parri. Poi condirettore di “Aut”, vicedirettore del “Diario di Venezia”. Fino al 1994, inviato e commentatore politico de “Il Messaggero”. Ha collaborato a diversi quotidiani e periodici. Nel 1990 ha pubblicato con le Nuove edizioni del Gallo Cuore da battaglia - Pacciardi racconta a Loteta, un libro-intervista con il vecchio leader repubblicano. Nel 1998, il suo secondo libro: Fratello, mio valoroso compagno... - Dall’Italia alla Spagna, la vita avventurosa di Fernando De Rosa, socialista libertario, edito da Marsilio. Dal 2008 ha pubblicato con la Pungitopo editrice: Messina 1908, romanzo ambientato nella città dello Stretto poco prima che il terremoto la distruggesse; nel 2011 Romanzo messinese, una raccolta di racconti; nel 2013 le poesie Nuvole e pietre, e, nel 2014 Istantanee, tra cronache e storia (incontri con personaggi che hanno segnato i passi della politica italiana che ha portato ai nostri giorni, e che costituiscono ormai la nostra storia).

formato 15 x 21- pp. 232 € 20,00

Marcello Mento
SPIGOLATURE PELORITANE

Qui si pubblica una parte della copiosa raccolta di articoli di Marcello Mento apparsi sulla "Gazzetta del Sud": una testimonianza d'amore per Messina. Frutto di una ricerca sistematica, si propongono figure ed eventi su cui era stato scritto poco o incidentalmente; episodi di varie epoche che vengono a colmare qualche lacuna storiografica, ma anche fatti di cronaca, note di società e di costume. Soprattutto si racconta di Messinesi talentuosi e di stranieri che nel corso del tempo hanno visitato questa città o vi hanno soggiornato. Da Meénikov a Cervantes, da Nietzsche a Wagner, da Dolomieu a Scipione Cicala, da Riccardo Cuor di Leone a Caravaggio, da Carlo Grimaldi ad Antonio Duro, da Giacomo D'Angelis a Saro Cucinotta, per dire solo di alcuni. Una galleria di personaggi di assoluto valore, che nei diversi ambiti hanno contribuito a dar lustro alla città del Peloro.


Marcello Mento (Messina 1955), giornalista, da oltre 40 anni collabora alla "Gazzetta del Sud" e ad altre riviste specializzate, come "Bell'Italia". Si occupa di arte, teatro, letteratura e soprattutto di musica, in particolare di rock e di jazz: molti sono gli articoli e le recensioni a sua firma e le interviste ai più grandi cantautori italiani. Appassionato escursionista, ha scritto testi che valorizzano il territorio siciliano. Fotografo, ha partecipato a mostre collettive raccontando con i suoi scatti un viaggio inedito nella città dello Stretto. Dal 2013 al 2018 è stato esperto del Comune di Messina per le Politiche di intervento Rei (Registro eredità immateriali) e Patrimonio immateriale. Nel 2019 ha ricevuto a Roma, per la sua attività di giornalista culturale, il Premio "Antonello da Messina", assegnato alle eccellenze siciliane nei vari ambiti professionali.

formato 15 x 21- pp. 168, € 16,00

UN RACCONTO LUNGO 25 ANNI
a cura di Mario Sarica

Una narrazione multipla, affidata a 30 ricercatori, appassionati e cultori che hanno stabilito un rapporto col Museo Cultura e Musica Popolare dei Peloritani, che a Gesso (Messina) da 25 anni costituisce una realtà unica nel suo genere in tutta la Sicilia.
Il libro/catalogo è arricchito da una completa e interessante documentazione fotografica sulle preziose collezioni e sulle attività promosse dal Museo, in ambito etno/antropologico e musicale del mondo agro-pastorale peloritano.

formato 15 x 21- pp. 344, € 27,00

Primo Lorenzi
DELOS
Un viaggio nel mito e nel tempo

Capire il presente implica sempre un viaggio nel passato. Vale per la nostra vita individuale dove dobbiamo sentirci sempre figli del bambino che siamo stati. Vale per la nostra vita culturale e sociale, connessa con le sue radici nel mondo antico. Del resto la tendenza a vivere solo di presente (presentismo), potenziata dalla globalizzazione e dalla delocalizzazione informatica, si può considerare uno dei rischi della modernità e può essere contrastata con una maggiore attenzione al passato. La via seguita è quella del confronto col lascito e con la miniera inesauribile di immagini, di suggestioni, di possibili risposte che ci giungono dal mito antico che vive ancora, in forma esplicita o allusiva, in molte espressioni della modernità.
Si propone un viaggio nell’isola di Delos volto a definire le tappe che l’hanno resa uno dei santuari più importanti dell’antichità. Con una continua attenzione ai passaggi che hanno plasmato la vocazione sacra dell’isola. Lungo un percorso che si fa risalire fino all’epoca cicladica e che, col proseguo del tempo, ne fa la culla del dio che porta alla pienezza alcuni assunti della religione olimpica, come l’aspirazione all’astrazione, alla luce e all’ascensionalità. Le tracce di questa evoluzione religiosa vengono cercate ed indicate in loco in un continuo pèndant con le vicende storiche. Il tipo di viaggio proposto mira a aggiungere la dimensione temporale ad ogni aspetto dei luoghi visitati così da far sì che possano essere guardati in un’ottica quadridimensionale. Una attenzione particolare viene riservata al periodo di massimo fulgore economico ed edilizio che fece dell’isola un crogiolo di commerci e di incontri, capace di anticipare molte evoluzioni culturali del mondo antico. Non una guida turistica dunque, ma semmai una guida storica volta a comprendere il senso antropologico di un santuario così importante, in uno stretto rimando alle testimonianze sul campo.

Primo Lorenzi è psichiatra e psicoterapeuta. Ha lavorato ed insegnato presso la Clinica Psichiatrica dell’Università di Firenze. Attualmente è docente a contratto presso l’Università di Pisa e insegna in varie scuole di psicoterapia. Autore di oltre cento pubblicazioni scientifiche su riviste nazionali ed internazionali e di varie monografie di argomento psicopatologico. Fra queste: Le Psicosi Bianche (con Adolfo Pazzagli, FrancoAngeli 2006), Il Mal d’Amore (Antigone, 2010); Margini (FrancoAngeli 2013); Matti e Mattoidi (SEID 2015), L’ombra dell’autismo (con Liliana Dell’Osso, FrancoAngeli 2018); La Dipendenza Amorosa (Alpes 2018); Genio e follia 2.0 (con Liliana Dell’Osso, FrancoAngeli 2019); Psichiatria 2.0 (con Liliana Dell’Osso, FrancoAngeli 2020).
Il presente lavoro è di natura decisamente antropologica e si inserisce in un filone di studi volti ad evidenziare le strade del sacro e le ricadute che, dal mondo antico, arrivano fino all’attualità. In questo ambito l’Autore ha già pubblicato: Mysteria. Viaggio nei luoghi e nei riti dell’antichità classica (Pungitopo 2018) e La via per Eleusi (Pungitopo 2020); ma anche La Follia di Oreste. Psicopatologia di un personaggio del mito (Alpes 2015) e Fra mito e psiche. Il tempo, la morte e l’aldilà, il simposio, l’identità femminile, il mistero della creazione, il dramma della scelta (Alpes 2020).

formato 12 x 17- pp. 104, € 15,00

Emily Fogg Meade
IMMIGRATI ITALIANI IN AMERICA
(prima edizione Italiana)

Introduzione di Marcello Saija

«[...] Leggere le pagine di Emily Meade è particolarmente interessante non solo sotto il profilo della preziosa testimonianza che fornisce sul piano storico, ma anche e soprattutto per la stretta attualità del fenomeno che interessa l’intera Europa ed il nostro paese in particolare. [...] Il lavoro della Meade ha quindi il pregio di condurci per mano quasi naturalmente ad una riflessione sul nodo centrale della odierna questione migratoria».
(Dall’introduzione di Marcello Saija)

Emily Fogg Meade (o Mead) nacque a Chicago nel 1871 e morì a Philadelphia nel 1950.
«Già da molto prima che Margaret Meade diventasse famosa in tutto il mondo come antropologa e autrice di varie pubblicazioni, una rinomata sociologa che aveva lo stesso cognome, Meade – si trattava di Emily Fogg Meade, madre di Margaret, – era diventata, per così dire, familiare alla popolazione di Hammonton, New Jersey, dove si era recata nel 1907 per condurvi uno studio relativo all’immigrazione italiana. Emily Fogg Meade fu una pioniera della sociologia, e una militante contro le ingiustizie sociali: in varie occasioni nel corso della sua vita condusse battaglie, a New York e a Philadelphia, contro compagnie industriali della portata e del potere della Standard Oil, della Telephone Company, della Tammany Hall, e contro l’apparato politico che sostenne il senatore Vare. Nata e cresciuta a Chicago, dove frequentò l’università, Emily Fogg Meade si recò a Hammonton per condurre, per conto del Ministero del Lavoro degli Stati Uniti – U. S. Department of Labor – uno studio dal titolo: Gli italiani sulla nostra terra: uno studio sull’immigrazione.
Ottantacinque anni dopo, la Hammonton Historical Society, con il sostegno civile ed economico di molte organizzazioni locali, ha ristampato questo studio per intero, perché venga conservata e tramandata la storia che ‘racconta’ l’esperienza degli italiani che si stabilirono qui come immigrati. È una storia che Emily Fogg Meade ritenne degna di essere scritta, e la Hammonton Historical Society spera che chi legge troverà questo lavoro ancora interessante per le informazioni che contiene».
(Premessa del volume pubblicato ad Hammonton nel 1992).

formato 12 x 17- pp. 232, € 16,00

Vanni Ronsisvalle
LA LUNA, MAMMA RAI E IL SORRISO DELLA GIOCONDA

Un uomo si aggira per l’Europa, la vecchia Europa delle cattedrali e degli Spiriti Eletti, vede cose ragguardevoli, incontra altri uomini e ne scrive. Si aggira per il mondo più vasto, di qua e di là degli oceani, dei grandi fiumi nelle città tra foreste di grattacieli, capolavori della modernità; vede luoghi e persone che valgono la pena di essere raccontati. Un cameraman (della RAI) filma ciò che lui guarda con interesse; un doppio sguardo convenzionale.
In queste pagine scorrono l’una accanto all’altra avventurose storie di letteratura e anche tempestose storie d’arte. E la storia-storia con personaggi monumento. Una imperatrice spodestata dalla prima guerra mondiale (Zita d’Asburgo) e manigoldi salvati dalla ghigliottina all’ultimo momento; il deluso boia di Parigi, il grande poeta americano Ezra Pound e Helene Weigel la vedova di Brecht, Italo Calvino e la nipote di Pessoa, l’ultimo capo dei Sioux in Dakota, narratore di antichi massacri, il controllore del cartoteche ebraiche di Praga e il padre di Anna Frank; donne bellissime in carne ed ossa o donne dipinte come esposta al Louvre. Oppure donne-mostro benché bellissime. Come Himelda Marcos a Manila che mandò di notte le ruspe a spianare il Tondo, bidonville cresciuta accanto al cantiere di un Palazzo del Cinema che si sarebbe inaugurato all’indomani, intitolato al suo nome: strage di poveracci straziati nei loro ricoveri di cartone. Avide come la terza o quarta moglie di Picasso, astute come sua figlia Paloma; Peggy Guggenheim che amò Max Ernst ed altri due o tre artisti che collezionava; altre api regine simili alle terribili Brunilde e Fredegonda dell’Età dei Franchi; sesso e potere. Denaro, tanto. Storie di grandi artisti come Andy Warhol, Mirò e Bonnard o di scervellati che grandi non lo saranno mai. Storie nei grandi spazi dei quattro continenti o tra le quattro pareti di una camera d’albergo: Conrad all’Oriental di Bangkoch, Andrè Gide al Timeo di Taormina. Il Double bind, la teoria del doppio è l’architettura leggera ed avvolgente di questo libro, tratto dal filmico effimero e da ciò che comincia con l’angoscia della pagina bianca su cui scrivere cose imperiture.
Linguaggio ellittico ed ironico, il filino di humor che non si trattiene nemmeno sulla porta di un dramma borghese: la vedova Picasso che si suicida quando il ministro Malraux e presenta l’importo della tassa di successione; Malraux ministro della cultura intenzionato in quei giorni a sbiancare il paesaggio di Parigi per lasciare il segno, lavare il grigio dei suoi palazzi.

Vanni Ronsisvalle (Messina, 1931) è autore di romanzi, racconti, testi teatrali, radiodrammi, inclini all’epica documentaria ed alla rappresentazione poetico/fantastica del mondo. Documentarista, inviato speciale, ideatore di rubriche di attualità culturali radiotelevisive realizza per in Africa, Asia, Medio Oriente, Stati Uniti, Canada, America Latina ritratti anticonvenzionali di protagonisti – eccellenti e no – dell’arte, della letteratura, della politica; dai guerriglieri di Sendero Luminoso ai mercanti criminali della droga del Triangolo d’Oro – Tailandia, Laos e Birmania – ai contemplativi monaci buddisti di Chan Raj. Per l’Enciclopedia Treccani realizza, tra scrittura e indagine filmica nelle grandi opere pittoriche, le monografie su Lorenzo Ghiberti, Paolo Uccello e il Beato Angelico. Collabora a “Il Giorno”, “La Stampa”, “Italia Oggi”, “Il Messaggero”, “L’Informazione”, “Il Corriere della Sera”, “L’Unità”; con saggi e racconti a: “Il Mondo” di Pannunzio, “La Fiera Letteraria”, “Il Caffè” di Gian Battista Vicari, “L’Europa”, “Prospetti”, “Quartiere”, “Civiltà delle Macchine”. Professore a contratto in Scienze della Comunicazione/ Scuola di Giornalismo dell’Università di Salerno, è socio ordinario del Pen Club Internazional.

formato 17 x 24 - pp. 538, € 25,00
Attilio Borda Bossana
STRETTO DI MESSINA,
Traversata e collegamenti

Lo Stretto attraversato, collegato; ieri, oggi e in un prossimo futuro. È lo schema filologico scelto per l'analisi della complessa storia dei trasporti e dell'attraversamento del braccio di mare, in rapporto alle ragioni della salvaguardia della vivibilità della vasta Area dello Stretto. Un tema che non conosce tempo, pendolo dell'incertezza, tra sogno e realtà; antico e moderno, con valenze diverse; oggi atemporale moltiplicatore d'interesse o profonda letargia, secondo le stagioni politiche o il succedersi degli appuntamenti elettorali. Questione che fa riemergere il filo conduttore della storia di Messina ritmata tra inter-modalità dei trasporti, collegamenti marittimi e ferroviari o attraversamento stabile, circonlocuzione questa per mimetizzare la parola "ponte". Tutte visioni di quel ponte di carta, di gomma, del mito, dei sospiri, della discordia, o delle polemiche, spesso; ma anche ponte "infinito", immaginario oppure negato, vietato, proibito, imprescindibile, indispensabile, follia, risorsa, spot, utile, inutile, mostro e illusione. Teatro del mito, poliedrica saga dell'oscillazione, e arco narrativo di vicissitudini da esplorare con uno sguardo sul ponte, oltre il ponte e ...dal ponte. Uno sguardo/visione dal Ponte può allora essere lo spunto per una rilettura dell'ampio dibattito emerso, in tanti anni e in diverse stagioni politiche del Paese, sul tema dell'attraversamento dello Stretto di Messina. Ma anche pretesto per osservare, comparativamente, "dal ponte di una nave", l'e/involuzione che il trasporto marittimo ha registrato simultaneamente a quel "Ponte sulla carta", realizzato dai mezzi d'informazione.

Attilio Borda Bossana, giornalista professionista; collabora con varie testate ed è componente del Consiglio di disciplina territoriale dell'Ordine dei Giornalisti di Sicilia ove è iscritto dal 1979.
Tra le sue pubblicazioni:
Ferry boats: 95 anni di servizio nello Stretto di Messina (1994); Immagini di Messina dal 1908 al 1950 (1997); "I Giorni del Terremoto"- Cronache e rievocazioni di una tragedia (1998); Palazzo Zanca (2005); Messina e le navi della Marina Russa (2006); Grattacieli sulle onde (2008); Omaggio a Messina ed. Alinari (2008); Messina 1908: Il Mondo e la Nazione di fronte al Cataclisma (2009); I protagonisti del Palazzo di Città (2012); 150 anni di navi passeggeri nel porto di Messina (2013); Saperi e...sapori della città di Messina (2014); Quattro fischi. Due barche (2015); Laghi di Ganzirri e Stretto di Messina: eredità di sapori (2016); Omaggio a Orio Vergani (2017).

formato 24 x 24 - pp. 240, € 35,00
Macrina Marilena Maffei
DONNE DI MARE

Hanno pescato di notte e di giorno, varato le barche, tirato le reti, salpato le nasse e trascinato le imbarcazioni a secco. Gestualità maschili, atti usuali fra gli uomini di mare, qui tuttavia si tratta di donne. Sono le pescatrici e le donne di mare della Sicilia, di un luogo particolare dell’Isola: l’arcipelago delle Eolie. Forti, coraggiose, audaci, le donne eoliane, sino alla prima metà del Novecento, hanno sfidato quotidianamente il mare per mantenere se stesse e le loro famiglie. Sembrerebbe l’invenzione, magari affascinante, di una studiosa, è invece la realtà di un territorio che ha coinvolto i destini di molte generazioni di donne. Pressoché dimenticate dalla storia insulare, le donne di mare ritornano oggi a reclamare il loro diritto alla memoria. E lo fanno attraverso questo libro che raccoglie le loro voci, le loro storie. D’altronde, qual è il senso simbolico di un molo, di una caletta, di un porticciolo se svanisce per sempre l’immagine delle donne con le schiene curve e le mani strette sui remi che si allontanano nel mare eoliano? Donne che hanno imparato a dare il nome ai venti e a leggere le ore nelle stelle...

Macrina Marilena Maffei, antropologa, da molti anni raccoglie i patrimoni narrativi radicati nell’oralità popolare dell’Italia centro meridionale e delle Isole. Fra le sue ultime opere: La danza delle streghe (2008); Le polene. I volti del mare ( 2009).

formato 12 x 17 - pp. 176, € 12,00
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Giuseppe Sicari
LA KIPPA' DI ESCULAPIO

Fra il '300 e il '400 sono attivi in Sicilia numerosi medici ebrei, uomini e donne. Di molti conosciamo anche le generalità e le città dove esercitavano. Il libro ne dà l'elenco completo. Spiccano, fra tutti, i nomi di due "dottoresse": Bella di Mineo e Virdimura di Catania. Ma dove e come si formavano questi medici? Quali erano le loro capacità professionali? Il libro cerca di rispondere a questi ed altri quesiti, partendo dalla recente scoperta - fra i manoscritti di una biblioteca tedesca - della copia (realizzata a Licata nel 1484) di un famoso manuale medico medioevale.

Giuseppe Sicari (Capo d’Orlando, 1933) è giornalista ed autore di saggi e opere di narrativa. È stato caporedattore del TG 1 e docente all'Università della Tuscia, ha pubblicato Gelsomina di Sicilia (2006) e Il Santo marrano (Pungitopo, 2010).

formato 12 x 17 - pp. 112, € 10,00
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Sergio Giani
PIANTE MEDICINALI DELLE ISOLE EOLIE

E' quasi impossibile. leggendo [questo libro], non venir presi da una sorta di nostalgia calda e sorridente per una farmacopea naturale tanto più affidabile della nostra sofisticata e artificiale, non foss'altro pecrhé la pozione, la tisana, l'impacco vegetali venivano assunti con fede, laddove oggi assumiamo i farmaci quasi con rassegnazione e con l'angosciante certezza della fatalità delle controindicazioni.
E poi le pagine ci raccontano una cultura naturalistica popolare scritta sul papiro delle memorie tramandate da padre in figlio: e quindi ci svelano l'esistenza di una comunicazione generazionale che non c'è più, di una capacità di dialogo e coesistenza con la Natura che aveva radici fino negli strati più elementari della popolazione e che oggi è spenta.
Perciò io ritengo questo libro di estrema importanza, lo consiglio ai giovani intelligenti e agli adulti responsabili: il fatto che riguardi un ambiente limitato come un'isola lo rende ancor più valido, perché lo inscrive in quel prezioso filone letterario tendente a cogliere nel "particolare" le leggi universali, nell'Isola il microcosmo, cioè, in piccolo, il cosmo intero.
dall'Introduzione di Gin Racheli

Sergio Giani (Trieste, 1946) farmacista, per anni titolare della Farmacia Rurale di Malfa, esperto nella valorizzazione delle risorse della Medicina Tradizionale. Vive dal 1997 a Bamako, in Mali, felicemente sposato con Rokia Sanogo, anche lei farmacista e Titolare alla Facoltà di Medicina all'Università di Bamako. Sono rispettiramente Responsabile dei programmi e Presidente di AlDEMFT, un'organizzazione non governativa a scopo non lucrativo che ha come obiettivo la valorizzazione delle risorse della medicina tradizionale nel campo della salute, dell'ambiente e dello sviluppo economico e sociale.

formato 12x17 - pp. 136, € 13,00
Giuseppe Loteta
PAGINE MESSINESI
alla ricerca dell'identità perduta

Senza memoria del passato non si ha consapevolezza del presente e si rischia di ipotecare il futuro. Ciò vale per le persone e per le comunità. Vale per Messina e per chi conosce poco la propria storia o ritiene che non valga la pena curarsi di avvenimenti e personaggi lontani nel tempo. Ma quei fatti e quelle persone fanno parte di noi. Senza di loro saremmo come chi per un trauma perde la memoria e non riconosce più cose e volti che lo circondano. Ecco perché sapere cosa furono gli anni del dopoguerra a Messina o chi era -l'onorevole Blandino", ricordare fasti e decadenza del Gabinetto di Lettura o le serate all'Irreramare, leggere di fatti importanti o marginali avvenuti nella nostra città, può aiutare a riconoscerci.

Giuseppe Loteta, siciliano di Messina, vive a Roma dal 1959. Laureato in giurisprudenza, giornalista professionista dal 1962, è stato caposervizio interni e inviato del settimanale "L'Astrolabio", fondato da Ernesto Rossi e diretto da Ferruccio Pani. Poi condirettore di "Aut", vicedirettore del "Diario di Venezia". Fino al 1994 inviato e commentatore politico de "Il Messaggero". Collabora a diversi quotidiani e periodici. Nel 1990 ha pubblicato il suo primo libro con le Nuove edizioni del Gallo: Cuore da battaglia. Pacciardi racconta a Loteta, un libro-intervista con il vecchio leader repubblicano. Nel 1998, Fratello, mio valoroso compagno... Dall'Italia alla Spagna la vita avventurosa di Fernando De Rosa, socialista libertario ( Marsilio).
Dal 2008, editi dalla Pungitopo: Messina 1908 (romanzo ambientato nella città dello Stretto poco prima che il terremoto la distruggesse); Romanzo messinese (racconti, 2011); Nuvole e pietre (poesie, 2013); Istantanee, tra cronaca e storia (profili di personaggi che appartengono alla storia del nostro Paese, 2014).

formato 12 x 17 - pp. 184, € 13,00
Θάλαττα ϰαί γη
Note di Elio-pesce

Pagine di mare e di terra. Di un mare, soprattutto, visto con gli occhi di chi vi si è immerso, di chi l'ha vissuto e studiato nel suo 'dentro', nel suo 'profondo'. Elio Catalano, con pagine che si avvicendano come un genuino conversare, ci offre scenari ricchi dell'umanità di un "Colapesce" palermitano e della scienza che solo un appassionato studioso della vita che nel mare si nasconde poteva donarci. La narrazione, giocata fra ricordo nostalgico e attenta osservazione, si spinge così a divenire monito, appello a un maggiore rispetto della vita che sembra essere a noi discosta, ma a noi invece indissolubilmente legata.

Eliodoro Catalano (Palermo 1929-2014) conobbe da subito la fortuna di essere figlio di Eustachio, che, con la genialità concessa solo ai grandi artisti, si arrese presto alla svogliatezza scolastica di 'Elio' (che traguardò la licenza media) e lo assecondò nella sua passione per la biologia marina: acquistò allo Sperone di Palermo quello che diventerà ben presto studio e piscina-acquario del figlio. Elio studiò da autodidatta, e i risultati scientifici raggiunti gli vennero riconosciuti dall'Università di Palermo, che lo accolse con la qualifica di professore-ricercatore. Conosciuto, grazie ai suoi innumerevoli interventi scientifici, anche in ambienti internazionali, ma deluso dal fallimento del suo progetto di un acquario palermitano, si dedicò in fine allo studio delle piante grasse.

formato 12 x 17 - pp. 128, € 9,00
Giuseppe Alibrandi
IL VOLO DELL'AIRONE
e il canto del tenore

Il “piccolo corridore” ciclista Carmelo Manfrè, abbagliato dalla bellezza della velocità sulle due ruote, si giocò la scommessa della sua vita: diventare corridore ciclista e costruttore di bici. Da Patti (segnata dal culto della modernolatria, vissuta tra corse, salotti e allegra brigata di poeti paroliberi), con la sua bici da corsa sfidò i campioni dell’epoca: copertone sulle spalle, capelli lunghi spazzolati all’indietro, occhialoni sulla fronte. Modello di ciclista futurista, coraggioso, audace e ribelle, votato al sacrificio e all’avventura. «Volare come un uccello: ecco il sogno!». Lasciata la bicicletta dopo le affermazioni giovanili, Carmelo continuerà a scommettere sul movimento ciclistico pattese, sull’airone Coppi contro i bartaliani dell’epoca, fino a portare a Patti il Giro d’Italia del ’54. A Carmelo la sorte riserverà, infine, il canto libero del tenore, con la sua band e nelle chiese della città.

Giuseppe Alibrandi, nato a San Giorgio di Gioiosa Marea, è autore di saggi sulle tradizioni e i movimenti popolari siciliani. Biografo dell’anarchico Nino Pino Balotta, di cui ha pubblicato con la Pungitopo Nino Pino: L’uomo e il suo tempo (1982); con la stessa editrice ha pubblicato Lotte popolari nel messinese (1981), L’ombra di Monsignore e La testa del dragone, romanzo (1986). Per la Provincia regionale di Messina, tra le altre collaborazioni, ha curato e scritto Archeologia delle tonnare messinesi (1997); Le “utili imprese” dei D’Amico Cumbo Borgia su “Milazzo Nostra” (2008). Il libertario dei Nebrodi (2011). Blogger, pubblica su “Ventennio europeo” e “Francigena” in ScuolaER.

formato 12 x 17 - pp. 160, € 10,00
Davide Monopoli
DELL'ETEROSOFIA, Per un'etica della gioia in tempi apocalittici e cannibalici

[...] sono dunque intimamente legati alla storia dell'uomo e alle storie del mondo questi versi di Torres La Torre, inno alla sacralità della vita, invitano a riscoprire attraverso l'arte la bellezza che è nelle cose, la vivacità metamorfica della vita intessuta dalla morte, il segreto che si cela nel dischiudersi di un fiore, nel passaggio dalle ceneri alla rinascita della fenice, mimesi del processo artistico di approssimazione al mondo, tensione verso un sistema concettuale esaustivo che inglobi tutti gli elementi sfuggenti della realtà di cui siamo parte. In ultima analisi altro non è la poesia che un quesito, il suo ruolo anche in tempi bui è quello di interrogare le coscienze, ricerca incessante fra il mistero della vita.
(dall'Introduzione di Marika Gacioppo)

Al momento non Disponibile
formato 12 x 17 pp. 152, € 12,00
Paolo Piccione
RITORNI
Autobiografia di un talloner

Paolo Piccione, personaggio pubblico del socialismo siciliano della 'prima Repubblica', promotore di un riformismo volto a portare a soluzioni concrete il meridionalismo predicato, ma non praticato, narra in questa autobiografia dell'attività di amministratore e legislatore, ma soprattutto di un ragazzino cresciuto durante il dopoguerra messinese e siciliano fra barche di pescatori, voglia di leggere e avventurose traversate dello Stretto; di un giovanissimo, curioso e tenace, con una grande necessità e una ferrea volontà di costruirsi un futuro migliore partendo da zero nel suggestivo villaggio di Torre Faro, dove, come in tanti altri luoghi e specie durante gli anni del secondo conflitto mondiale, «la vita si riduceva a non morire». E narra ancora dell'innata vocazione del protagonista di «salire gli scalini spesso ripidi che compongono la gradinata di un'esistenza» e dell'aspirare persino `al volo', osando quando e ove sia possibile.

Paolo Piccione (Messina il 3 febbraio del 1932), cresciuto durante il dopoguerra tra la città dello Stretto e il villaggio di Torre Faro, agli inizi degli Anni '50 studia giurisprudenza nella Torino dei circoli anarchico-libertari e della casa editrice Einaudi. Si laurea all'Università di Messina nel 1954 e si orienta verso il diritto civile e fiscale.
Poco più che ventenne sposa Rosetta Guttadauro, dalla cui unione nascono Antonella e Vanni, e ben presto affianca alla carriera professionale quella politica all'interno del Psi di Pietro Nenni, per poi sostenere in Sicilia la corrente di Sandro Pertini e aderire, così, a un autonomismo all'interno di un gruppo autonomista. Giornalista pubblicista, componente del Comitato regionale e dell'Assemblea nazionale del Psi, vice presidente dell'Iacp di Messina, nel '70 è eletto consigliere comunale della stessa città, per poi essere nominato vicesindaco e assessore all'Urbanistica. Nell'81 diviene deputato all'Ars, presidente del gruppo socialista, fa parte di varie commissioni fra cui quelle di Sanità e Finanza e ricopre successivamente la carica di assessore ai Lavori pubblici e infine quella di Presidente dell'Assemblea di Palazzo dei Normanni. Nel '93 il ciclone di Tangentopoli pone fine alla sua attività politica. Ma da tutti i procedimenti a suo carico risulta sempre assolto. Gli interessi per il cinema, la fotografia, la letteratura, la pittura, lo sport (specialmente il rugby) e i viaggi, lo accompagnano durante il suo percorso umano e politico. E soprattutto i viaggi, di lavoro o in veste di 'semplice' turista curioso, fanno da accattivante sfondo alla sua esistenza'. Basti solo citare la sua presenza a Cuba, nel '78, durante il Festival de la Juventud, o a Lisbona, nel '74, durante la Revolucào dos Cravos.
Oggi, ottantenne votato alla saggezza, non ha perso però la sua incorreggibile tempra da talloner (centrale di mischia) né la sua curiosità `adolescenziale' e partecipa con interesse alle attività culturali e politiche della sua città.
Ha già pubblicato: Paolo Piccione — Scritti e discorsi, edito dall'Ars nel 2008, e Terra, acqua, mito. Capo Peloro, le lagune di Ganzirri e Faro, Edas, insieme a Franz Riccobono, Anna Giordano e Mimmo Irrera.

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Giuseppe Loteta
ISTANTANEE
tra cronaca e storia

Palmiro Togliatti, Mobutu Sese Seku, Armando Borghi, Giuseppe Saragat, Sandro Pertini, Umberto Di Savoia, Randolfo Pacciardi, Silvio Milazzo, Boris Giuliano, Leonardo Sciascia, Aldo Braibanti, Il generale De Lorenzo, Ferruccio Parri, Girolamo Li Causi, Ernesto Rossi, Giorgio Napolitano, Marco Pannella, Giovanni Falcone, Santiago Carrillo, Riccardo Lombardi, Enrico Berlinguer, Salvo Lima, Francesco De Martino, Nella Masutti, Antonello Trombadori, Giulio Andreotti, Franco Evangelisti, Bettino Craxi, Bruno Zevi, Danilo Dolci, Umberto Terracini. Incontri di un giornalista con personaggi che non solo hanno segnato i passi della politica italiana che ha portato ai nostri giorni, ma che costituiscono ormai la nostra storia.

Giuseppe Loteta biografia

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Pietro Lo Cascio
«COSE DIVERSE DALLE VULCANICHE»
Le Eolie dell'Ottocento esplorate da Mandralisca e altri naturalisti

Cosa facevano un barone illuminista che scriveva lavori scientifici lasciandoli nel cassetto, una ex-modista parigina appassionata di nautili e altri molluschi marini, un botanico alle prime armi scambiato per un medico, un raccoglitore di lumache scambiato per untore, un figlio di esuli mazziniani che voleva unire idealmente l'Italia in un'inchiesta ornitologica, uno scrittore inglese con il pallino delle lucertole e di Darwin, e altri interessanti personaggi in giro per le Eolie durante il XIX secolo? Le esploravano per documentarne la flora e la fauna, e magari scoprirvi nuove specie. Questa semplice constatazione stride con il principale motivo di attrazione di molti viaggiatori naturalisti che si recavano nell'arcipelago, ovvero i suoi vulcani; Lazzaro Spallanzani, sul finire del Settecento, lo scrive espressamente, parlando di isole «figlie tutte quante del fuoco». Ma il secolo successivo è quello delle grandi intuizioni — la selezione naturale e l'evoluzione che rivoluzioneranno la biologia e il pensiero scientifico, e che molto devono proprio allo studio delle isole e dei loro organismi vegetali e animali. Sebbene l'eco delle Galàpagos sia ancora lontana, all'ombra dei vulcani eoliani si intrecciano intriganti vicende scientifiche, ma anche umane che avranno come protagonisti una moltitudine di scienziati, raccoglitori e dilettanti, impegnati nell'esplorazione della storia naturale dell'arcipelago, e che ci raccontano un'epoca e un territorio.

Pietro Lo Cascio (1967) vive e lavora alle Eolie. Da anni si occupa di ricerche sulla biodiversità e sui problemi di conservazione degli ambienti insulari, in particolare del Mediterraneo. Oltre a numerosi articoli su riviste scientifiche, ha pubblicato una "Guida naturalistica alle Isole Eolie" (1997), una "Storia naturale delle Isole Pelagie (2002), una nuova "Guida ai vulcani e alla natura delle Isole Eolie" (2007) e alcuni libri su argomenti zoologici: "I Lacertidi italiani" (1999), "The Lizards of Italy and adjacent areas" (2002), "Mainland and insular lizards: a Mediterranean perspective" (2006)

pp. 174, € 15,00
Leonardo Sciascia
ORE DI SPAGNA
Fotografie di Ferdinando Scianna
Nota di Natale Tedesco

Murillo, l'inquisizione, Cervantes, Sotelo, Guillén, Franco e la guerra civile, Unamuno, Ortega y Gasset, ancora Don Chisciotte, processioni religiose e processioni di polizia, Giovanni Paolo Il e Gregorio XVII, Cabanillas, Ramba del Valle Indàn, etc. Propriamente un viaggio, anzi, nelle cose e nel tempo, nella letteratura e nella storia, nell'attuale realtà della Spagna. In dieci capitoli acuti e fervidi, che incuriosiscono e appassionano, Leonardo Sciascia attraversa il mondo spagnolo, rivisitandolo, ri-conoscendolo, con una lettura che senza voler essere totale risulta tuttavia esemplare, e nel testo di Sciascia le cose e i personaggi diventano parola, bellezza, a riscontro, nelle fotografie di Ferdinando Scianna, con autonoma originalità, le persone, gli oggetti, i luoghi diventano figure, altra bellezza.


formato 15 x 21- pp. 128, € 38,00

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