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UN
POETA NAÏF NEL CUORE DEI NEBRODI
Analizzando
alcuni dipinti della sua prolifica e non banale produzione è
possibile scorgere - nell’ispirazione e, in parte, anche nella
cifra complessiva del segno pittorico - caratteristiche che lo differenziano
notevolmente dalla maggior parte delle opere naïve a lui coeve.
L’opera di Mancuso Fuoco si caratterizza per la sua capacità
di documentare il territorio siciliano e le tradizioni silvo-pastorali
e contadine, consegnandoci le forme di cultura connesse alle tecniche
di utilizzo dei suoli, ai saperi dell'artigianato locale, agli usi
tradizionali della terra e del bosco, consegnandoci le effigi di
agricoltori, contadini, pastori, allevatori, carbonai etc., rese
attraverso una tecnica pittorica e delle soluzioni compositive di
grande freschezza e vivacità: una descrizione del mondo agro-pastorale
quale esso si è mantenuto per diecimila anni fino alla pasoliniana
“scomparsa delle lucciole”. Senonché, in tale
attività di rappresentazione egli si tiene lontano dalla
cifra sognante, fantastica, in breve metastorica che contraddistingue
altri artisti naïf, anche quelli la cui produzione ha sortito
grandi esiti.
Mancuso Fuoco nei suoi quadri riferisce di cose viste, e non immaginate
o inventate. E seppure questo mondo arcaico e silenzioso venga da
lui trasfigurato in un universo esemplare al cui interno ogni figura
umana e animale giocano un ruolo insostituibile, esso tuttavia non
è mai sottratto alla storia e immerso in un contesto mitico
o arcadico. Il pittore non perde di vista il flusso temporale che
declina il corso delle vicende umane al di là della persistenza
più o meno duratura di modelli culturali che continuano a
segnare le strutture profonde dei popoli e delle comunità.
Già da alcuni titoli dei suoi dipinti emerge tale volontà
di ricordare storie anziché proporre facili evasioni in mondi
immaginarî: Carbonai sorpresi dalla neve (1990); Come conservavano
la neve i capitini negli anni ’30 (1995); Come gli agricoltori
manganavano il lino (1996); L’antica fiera capitina (1993);
L’antica trebbiatura (1991); Sciopero contadino negli anni
’50 (1992) etc.
E anche quando egli vuole offrire un tableau di vita vissuta estrapolata
dal continuum temporale, i personaggi sono sempre lì a rivendicare
la propria dolorosa storicità (La passeggiata sul carro agricolo,
s.d.; Fine di tosare, 1992; Transumanza nella tarda serata, 1990
etc.).
Del mondo pastorale e contadino vengono in genere evidenziati i
faticosi regimi esistenziali, il “mestiere di vivere”
che ne contrassegna le giornate storiche, e tuttavia il mondo del
lavoro e della fatica si afferma al contempo come luogo dell’operosità,
delle transazioni comunitarie, della solidarietà, del senso
di appartenenza. Anche la descrizione di esistenze provate dalla
subalternità è resa con tocco lieve e poetico, come
se da essa non fosse mai del tutto espunta la speranza millenaristica
di un futuro riscatto, di una futura definitiva liberazione. Ciò
viene forse mostrato esemplarmente da un dipinto del 1971, Il bacio
propizio, che può esser letto come efficace, seppur inconsapevole,
manifesto programmatico della poetica che il pittore capitino avrebbe
dispiegato nei decenni successivi.
In definitiva, Mancuso Fuoco ci offre una descrizione dell’universo
ago-pastorale al contempo lucida e appassionata, affatto retorica,
priva come essa è di languori nostalgici e, viceversa, disincantata,
“positiva” e sottilmente ironica, ancorché partecipe
e commossa.
Gli eredi dell’artista naif capitino, detentori del patrimonio
pittorico paterno ammontante a circa duecento opere, hanno manifestato
il proprio interesse per la realizzazione - proposta da chi scrive
- di un ecomuseo a Capizzi, collegato al Museo Regionale “Giuseppe
Cocchiara”, con l’obiettivo di contribuire a perpetuare
la specificità di tale produzione artistica, che ha come
soggetti gli ambiti culturali, le forme del lavoro e i contesti
territoriali cui lo stesso Museo Cocchiara è dedicato, ossia
le tradizioni agro e silvo-pastorali e i loro storici protagonisti.
A tale intenzione la Direzione del Museo ha prontamente aderito,
ritenendo che attraverso questa iniziativa si possano in futuro
innescare processi di sviluppo a livello territoriale, valorizzando
e rendendo maggiormente fruibile una produzione artistica di grande
pregnanza, già presente nel primo Catalogo Bolaffi dei Na?fs
Italiani (Torino, 1973) ed evitando inoltre che le memorie storiche
della cultura tradizionale in quest’angolo di mondo possano
andare incontro all’oblio ed estinguano la propria capacità
testimoniale, rendendo tutti - gli attuali abitanti delle plaghe
nebroidee e noi che appena oggi iniziamo a cogliere la ricchezza
di quella loro antica cultura - più poveri, omologati da
una globalizzazione tanto anodina quanto avara di reale progresso.
Sergio Todesco
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PUBBLICAZIONI
La bibliografia
di Mancuso Fuoco conta ormai centinaia di titoli. Si indicano qui
di seguito alcune tra le pił significative pubblicazioni:
Antonio Guerci - Tra le caciotte
dipingeva i suoi sogni, Bolaffiarte, 1973, n° 27 Anno
4°, Rivista mensile di informazione, Torino, 1981
Catalogo Bolaffi dei Naïfs Italiani, Giulio
Bolaffi Editore, 1973, Torino, 94-95
Catalogo Nazionale Bolaffi dei Naïfs n° 2,
Giulio Bolaffi Editore, 1974, Torino, 107
Wloskie Malarstwo Naiwne, Kwiecien, Maj, 1975
Catalogo Nazionale Bolaffi d'Arte Moderna n°14, Vol.
1°, Giulio Bolaffi Editore, Torino, , 1976, p. 171
Catalogo Nazionale Bolaffi dei Naïfs n°3,
Giulio Bolaffi Editore, Torino, 1977, p. 58
Catalogo Nazionale Bolaffi d'Arte Moderna n.14, Vol. 1°,
Giulio Bolaffi Editore, Torino, 1978
Dizionario Degli Artisti Italiani del XX Secolo,
Giulio Bolaffi Editore, Torino, 1979, p. 206
Sicilia, n. 85, Azienda Autonoma di Turismo di Palermo e
Monreale, Editore Flaccovio, Palermo, 1979, pp. 13-17
Antologia dei Naïfs Italiani, a cura di Renzo
Margonari, Casalino Editore, Como, 1979
Arte, mensile di Arte, Cultura, Informazione, n°147,
Giorgio Mondadori & Associati, Milano, dicembre 1984, pp. 56-61
Antonino Mancuso Fuoco di Capizzi, Grafo Editor,
Messina, 1989
Parco dei Nebrodi, Antonino Mancuso Fuoco, pittore
dei Nebrodi, novembre 2001, Sant’ Agata Militello
(ME)
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