Sorelle, 1932
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GIULIO D'ANNA
Giulio
D’Anna, oggi unanimemente riconosciuto come una tra le voci
più interessanti del Secondo Futurismo italiano, nacque il
30 agosto 1908 a Villarosa, in provincia di Enna, ma visse ed operò
prevalentemente a Messina.
Avendo perso il padre quando era ancora molto piccolo, nella sua
vita il ruolo paterno fu sempre svolto dal fratello maggiore Giacomo,
carattere forte ed autoritario, che era andato via di casa ancora
ragazzino e, a prezzo di incredibili sforzi e stenti, era riuscito
ad acquisire una pur modesta sicurezza economica lavorando come
libraio a Palermo. Dopo la Grande Guerra, intorno alla metà
degli anni Venti, Giacomo D’Anna si stabilì a Messina
e portò il fratello minore a vivere con sé, facendosi
affiancare nell’attività della nuova libreria che aveva
aperto nella città peloritana.
Per Giulio furono determinanti gli stimoli ricevuti grazie all’attività
e alle frequentazioni della libreria. I rapporti del libraio con
i protagonisti dell’ambiente culturale più all’avanguardia
di Messina, fecero si che le capacità artistiche di Giulio
fossero apprezzate da uomini del calibro di Guglielmo Jannelli,
una delle menti del Futurismo messinese negli anni Dieci.
Nel febbraio del 1931 la sua prima personale, allestita alla Galleria
Vittorio Emanuele III, fu visitata da Filippo Tommaso Marinetti
che, presente in città per una conferenza sul Futurismo,
esaltò i dipinti del giovanissimo pittore. Il talento di
Giulio D’Anna, unico futurista a Messina, venne riconosciuto
in tempi brevi a livello nazionale, grazie al sostegno di Marinetti
che lo invitò a partecipare alle maggiori esposizioni organizzate
in tutta Italia. Nel 1931 è presente alle mostre di Trieste,
Gorizia e Firenze, alla “Mostra di Aeropittura e di Scenografia”
della Galleria Pesaro di Milano e a quella di Arte Coloniale a Roma.
Il 1933 è l’anno della sua seconda personale nella
hall del Grand Hotel di Messina, della partecipazione alla Mostra
del Sindacato di Belle Arti, al Teatro Vittorio Emanuele, e alla
“II Mostra del Sindacato Nazionale Fascista di Belle Arti”
di Firenze.
Nel 1934 è alla XIX Biennale di Venezia, nel 1935 alla II
Quadriennale di Roma, nel 1936 a Siracusa e ancora a Venezia oltre
che alla Mostra di Arte Coloniale di Parigi, dove ottiene il primo
premio tra gli artisti giovani con il dipinto Lettrice futurista.
Verso la fine degli anni Trenta la felice ed entusiasmante fase
iniziale della sua carriera artistica, subì una battuta d’arresto.
La voglia di una realtà nuova, di fare esperienze e conoscenze
vivificanti, aveva spinto il giovane artista a lasciare la città
per la necessità di trovare un ambiente artistico meno provinciale
e più ricettivo, ma il fratello Giacomo gli impedì
fermamente di allontanarsi da Messina, facendolo riportare di peso
in città.
Da allora la sua attività principale divenne la conduzione
della libreria, così come aveva stabilito per lui il fratello
che, in quegli anni, cominciava a fare le sue prime prove come editore.
Giulio, però, continuò a dedicarsi alla pittura con
la stessa passione e curiosità degli inizi senza più
cercare l’affermazione pubblica. Saranno soprattutto gli amici
residenti tra Roma e Milano, come Beniamino Joppolo, Felice Canonico,
Giuseppe Mazzullo e Giuseppe Migneco, a tenere costanti contatti
con Messina e la libreria e a fornirgli continui aggiornamenti e
spunti per nuove sperimentazioni. Il 10 aprile del 1943 Giulio sposa
Santina Cataldo, conosciuta a Partinico, da cui avrà due
figlie, le gemelle Giovanna e Giuliana. Dopo la guerra Giacomo D’Anna
si trasferì definitivamente in Toscana per dedicarsi alla
casa editrice, lasciando il fratello a gestire il punto vendita
nel Viale San Martino, compito che Giulio assolse fino alla fine
degli anni Sessanta.
Solo nel 1946, dopo molti anni di silenzio, torna alle manifestazioni
artistiche pubbliche, in occasione della seconda mostra organizzata
dal “Circolo Artistico Antonello” per il Mezzagosto
messinese. Nel 1949 partecipa ad una delle più significative
iniziative regionali, la mostra itinerante degli “Artisti
siciliani contemporanei”, nata dalla volontà di operare
uno scambio tra gli artisti locali e i rappresentanti delle ultime
tendenze nazionali presenti alla Biennale veneziana.
Nel 1951 è alla “I Mostra Nazionale di pittura Città
di Messina” e nel 1953 alla “I Mostra Internazionale
di Pittura Città di Messina”. Nel 1955 alla seconda
“Mostra d’Arte Sacra” allestita dalla galleria
“Il Fondaco” del libraio Antonio Saitta. Nel 1957 è
presente alla mostra di pittori messinesi organizzata presso la
Galleria Del Ponte di Napoli. Nel 1958 “Il Fondaco”
dedica a Giulio D’Anna una personale che è il riepilogo
di venticinque anni di attività pittorica.
Un’altra personale al Fondaco aprirà il 1960, che si
concluderà con la partecipazione alla mostra organizzata
dal Banco di Sicilia nei propri saloni di Palermo. Nel 1962 una
personale viene allestita nei locali della galleria del Circolo
della Stampa. In questi anni, nonostante le condizioni di salute
sempre più malferme per l’enfisema polmonare che lo
tormentava già da tempo e che lo costringerà di lì
a poco a chiudere la nota libreria sul Viale San Martino, continua
alacremente a dipingere, partecipando a vari eventi espositivi cittadini.
Nel 1963 espone alla “I Mostra Sindacale d’arte. Artisti
messinesi” organizzata dal Sindacato Provinciale Belle Arti
di Messina. Nell’agosto dello stesso anno partecipa alla collettiva
di artisti messinesi, allestita dal Circolo della Stampa nella propria
sede estiva dello Sporting Club di Mortelle. Negli stessi giorni
inviava due dipinti alla nota rassegna d’arte contemporanea
“Vita e paesaggio di Capo d’Orlando”. Nel 1965
arriva l’ambito premio della “Tavolozza d’oro”,
il concorso a premi ideato nel ’56 da Antonio Saitta per promuovere
i giovani artisti locali ed arrivato alla sua VII edizione. Nel
1968 partecipa alla collettiva organizzata dal Circolo artistico
“Città di Messina”. Nel gennaio del 1972 viene
invitato alla mostra organizzata da Giuseppe Miligi presso il Liceo
Classico “G. B. Impallomeni” di Milazzo che, riunendo
il meglio delle ultime due generazioni di artisti messinesi, si
proponeva di creare un contatto tra i giovani studenti e l’arte
contemporanea. Alla fine del 1972 il Circolo del Tennis e della
Vela allestì la mostra “Omaggio a Giulio D’Anna
e ai maestri della pittura contemporanei”.
La produzione pittorica di D’Anna si ferma al 1975, quando
l’aggravarsi delle sue condizioni di salute lo costringerà
ad abbandonare qualsiasi tipo di attività. Nonostante questo
le sue opere sono presenti alla prima edizione di “Mediterranea”
del 1976 e, nello stesso anno, l’Azienda Autonoma Soggiorno
e Turismo gli dedicherà l’esposizione “Artisti
celebri siciliani. Giulio D’Anna”.
Il 18 novembre del 1978 muore dopo alcuni anni di grandi sofferenze.
Ad un anno dalla sua morte le sue opere venivano esposte al Palazzo
Municipale, dove, in occasione del “18° Premio Vann’Antò”,
veniva organizzata una mostra dedicata ai pittori scomparsi.
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