JOHN
PICKING 50 anni di pittura di Maria
Spatola
Nascita
e le prime opere giovanili 1939-1956
John Picking è nato nel piccolo villaggio di Shevington,11
ottobre 1939, un mese dopo l’inizio della Seconda Guerra Mondiale.
Shevington dista otto chilometri da Wigan, un paese grande al sud
della contea del Lancashire nell’Inghilterra del nord-ovest,
conosciuto dai romani come Coccium. Questa zona diventò il
luogo per le prime fabbriche e miniere di carbone rinominate nella
storia della Rivoluzione Industriale. Quando uno dei primi servizi
ferroviari per passeggeri iniziò fra Manchester e Liverpool,
la stazione di Wigan diventò un punto strategico a metà
strada, e ancora di più quando la linea Londra-Glasgow fu
costruita passando per la stazione di Wigan. Il paese è anche
importante nella storia dei canali. Il carbone fossile era trasportato
dalle 28 miniere del territorio di Wigan sul Canale Leeds-Liverpool
alle fabbriche di cotone, alcune delle quali, ad esempio la Trencherfield
Mill, avevano un ponte di scarico direttamente sulla riva. Quest’ultima
fabbrica, vicino al centro del paese, si trova di fronte all’ormai
famoso ponte e ai depositi di Wigan Pier, prima conosciuto per la
canzone dei music halls ed il famoso libro di George Orwell, ed
in seguito acquistò ulteriore notorietà con la creazione
di un grande museo d’archeologia industriale.
Fabbriche, miniere abbandonate e paesaggio del canale diventarono
sorgenti d’ispirazione per i disegni realizzati durante escursioni
che Picking faceva quando era studente alla Wigan School of Art.
Shevington era decisamente rurale in quel periodo. La casa in Shevington
Lane dove nacque John era circondata da campi, boschi e fattorie.
Dall’altra parte della strada c’era Paradise Farm, uno
stabilimento agricolo molto grande nel quale i proprietari permettevano
i bambini di giocare liberamente.
Il padre di John, Jack Picking, era falegname e quando partì
soldato fu incaricato di curare un laboratorio per gli hobby in
un campo per prigionieri tedeschi. Questo laboratorio era attrezzato
con strumenti e materiali per diverse attività. Quando Jack
veniva a casa per le brevi licenze, portava qualche matita, pennello
e quaderni di fogli lisci che John usava per i suoi primi disegni
infantili. Era figlio unico e giocava da solo in una grande casa
abituandosi così ad inventare giochi per un bambino solitario.
Man mano che suo padre conobbe i prigionieri, diventarono amici
e parlava a loro del suo piccolo figlio. Così, ad ogni visita
a casa, cominciava a portare dei giocattoli di legno fatti a mano.
Erano oggetti eccezionalmente belli, scolpiti con mani esperte che
avevano tanto tempo a disposizione. C’era un coccodrillo articolato,
una scatola di blocchetti con il nome ‘John il costruttore’,
dipinto sul coperchio nello stile di un manoscritto medievale. Ma
il giocattolo più bello era una giostra, con figure della
natività scolpite con la pirotecnica, che girava con il calore
di quattro candele sotto una ventola. Suo padre raccontava come
un prigioniero aveva dipinto un grande murale nella mensa. “Da
vicino sono tutte grosse pennellate che non fanno capire niente,
ma da lontano diventano un bellissimo paesaggio.”
Un’altra volta Jack portò a suo figlio un caleidoscopio.
Era un gioco di colori e forme che cambiavano sempre. Tutte queste
esperienze restarono incise profondamente nella memoria e divennero
elementi nei quadri dagli anni novanta in poi.
Sviluppò un forte legame con i nonni materni e la loro casa
vicino la sua, con il giardino enorme pieno di cose misteriose e
affascinanti per un bambino. C’erano due serre: una per coltivare
pomodori dove c’era un piccolo acquario; l’altra conteneva
crisantemi. C’erano capanne per coltivare funghi, un orto
di frutta con una ventina d’alveari, capanne piene d’oggetti
abbandonati (il nonno non buttava mai niente), una capanna del giovane
zio piena di strumenti elettronici. C’era un prato a forma
di mezza luna circondata di pergole di rose con un arco che conduceva
all’orto degli ortaggi. Una foto scattata negli anni venti,
che ritrae la mamma e la nonna mentre prendono il tè su questo
prato, fu d’ispirazione per diverse tele.
Essendo di famiglia cattolica John fu mandato a studiare alla scuola
di Saint Marie’s situata sulla collina nel vicino villaggio
di Standish. Dal retro della casa si vedeva la chiesa di Saint Marie’s
in cima della collina ed una torre bianca per l’acquedotto.
Questa veduta ed altre con il mosaico dei colori dei campi di fieno
e grano erano fra i soggetti dei primi quadri ad olio dipinti a
quindici anni.
Ogni domenica la campana solitaria suonava e, con il vento in direzione
giusta, sì la sentiva da Shevington. Nella chiesa sovraffollata,
le ragazze si sedevano nella navata sinistra di fronte alla cappella
della Madonna. I ragazzi stavano nella navata destra, di fronte
alla cappella di San Giuseppe. Dietro l’altare di questa cappella
c’era una vetrata colorata raffigurante il bambino Gesù
accanto al banco di falegnameria di San Giuseppe. Sembrava scontato
a John che gli arnesi usati in Palestina due mila anni prima fossero
uguali a quelli usati da suo papà. Ma gli sembrava che i
trucioli fatti con la miglior pialla di Jack erano molto più
belli e più lunghi.
I bambini avevano un piccolo messale con illustrazioni del prete,
disegnato in varie fasi della messa. John era molto colpito da questo
libro, anche se i colori erano solo rosso e nero.
Amava le scale dell’altare ed il tabernacolo. Gli piacevano
i cambiamenti dei colori delle pianete e tovaglie durante l’anno
liturgico. Durante la quaresima tutto era coperto di viola, anche
le statue. Tutte queste memorie si risvegliarono in John quando
arrivò in Sicilia tanti anni dopo. In seguito realizzò
tanti quadri con altari di vario tipo. Alcuni sembrano sacrilegio,
altri mischiati con immagini di templi orientali.
Giocando nei campi quando fu bambino, aveva vista gli ingegneri
dalle miniere usando trivelli per studiare il sottosuolo. La terra
che usciva dal tubo del trivello era sistemata in grande scatole
divise in strisce e fu etichettata con la misura della profondità.
I colori cambiavano dal giallo, al rosso, azzurro, grigio e nero.
Quando nel 1950, la scuola organizzava una visita all’istituto
tecnico dove erano in mostra modellini delle miniere con sezioni
che dimostravo i pozzi, livelli di gallerie ed ondulazioni degli
strati geologici, John restò così impressionato che
usava spesso queste forme nei suoi dipinti eseguiti 40 anni dopo.
All’età di undici anni John fu mandato al ginnasio
cattolico di Saint Helens, vicino Liverpool, una scuola grande con
circa 500 alunni maschi e gestita in un modo molto rigido dai frati
della Salle. John non era felice in questa scuola. Essendo stato
selezionato come promettente alunno per materie impegnative come
fisica, chimica e matematica, non poteva frequentare le lezioni
d’arte. Ma nel terzo anno, con forte risoluzione e molta insistenza
con l’insegnante d’arte, riuscì a sostituire
il pomeriggio di rugby con una lunga lezione in un angolo del laboratorio
artistico. Questo insegnante, Mr. Roberts, fece apprendere a John,
fuori programma, le prime nozioni di pittura ad olio.
A 14 anni fece amicizia con un ragazzo di Shevington più
grande di lui, Denis Pilkington, che lavorava in uno studio pubblicitario.
Durante il weekend i due amici andavano spesso a montare i cavalletti
e le tele lungo la vallata del fiume Douglas. Fu in questo periodo
che John, in contrasto con tutti coloro che lo consideravano un
futuro studente di scienza, decise che avrebbe frequentato una scuola
d’arte.
Era un boy scout appassionato e durante le escursioni e campeggi
cominciava a disegnare. Nell’estate del 1956, prima di cominciare
la scuola d’arte, andò con un amico ‘scouter’
a campeggiare vicino ad Edimburgo. Fece disegni del centro della
città con soggetti come il grande monumento dedicato a Walter
Scott. Non poteva immaginare quanto sarebbe diventata importante
per lui questa città quattro anni più tardi.
Scuola d’Arte di Wigan 1956-60
I primi due anni di studi alla Scuola d’Arte di Wigan comprendevano
esperienze in molti campi artistici come pittura, disegno, scultura,
ceramica, disegno tessile, incisioni, litografia, ecc.. Picking
provò tutto e non contento delle lezioni diurne, s’iscrisse
anche alle classe serali, lavorando accanto studenti adulti. Nei
primi mesi aveva grandi difficoltà col disegno. Invidiava
gli altri studenti che sembravano avere un dono naturale che a lui
mancava. Ma lavorava assiduamente dalla mattina alla sera e anche
durante il sabato e la domenica. Alla fine dei primi due anni ottenne
il certificato Intermediate Art Certificate e vinse il premio come
miglior studente.
Il terzo ed il quarto anno scelse di specializzarsi nella pittura
e nella litografia. Passava lunghe ore disegnando e dipingendo dalla
figura, ma il suo entusiasmo era più evidente nel lavoro
dedicato al paesaggio. Il suo insegnante di composizione, John Bailey,
fu molto influente nel suo sviluppo. Bailey aveva studiato alla
Slade School of Fine Art di Londra. Era un grande disegnatore ed
un pittore tecnicamente preparato. Wilfred Andrews offrì
un rigido corso di prospettiva ed anatomia, Margaret Penrice gli
insegnò il disegno dal nudo. Altri insegnanti validi erano
Leonard Penrice che insegnava litografia e Brian Bottomley, un appassionato
di Paul Klee e le nuove idee di Basic Design iniziate dal Bauhaus.
John provava ogni stile e tecnica di pittura dall’impressionismo
all’espressionismo astratto. La scuola organizzava frequenti
viaggi ai musei di Londra, che offrirono l’opportunità
di vedere i grandi maestri nell’originale. Faceva anche frequenti
visite a Manchester e Liverpool dove vedeva tante opere dell’ottocento,
specialmente quelle dei Pre-Raffaelliti. Era molto colpito dalla
capacità tecnica di Lord Leighton nella grande tela L’Andromache
catturata. Molti anni dopo, in Italia, Picking fece diverse variazioni
su questa tela.
Alcuni pittori erano invitati a parlare con gli studenti e John
trovò la visita del pittore Bob Crossley molto interessante.
Più che dai lavori del pittore, fu colpito dal progetto di
Crossley di lasciare tutto per andare a dipingere in Cornovaglia,
un atto veramente coraggioso.
Nell’estate del 1958, John partì insieme con una collega,
Stan Kearney per passare sei settimane a dipingere in Cornovaglia.
Usavano come base e deposito di materiali lo studio a St. Ives di
un altro studente da Wigan, Barry White. Poi si sono stabiliti con
una tenda di campeggio sulle colline vicino il villaggio di Zennor.
Era in questo periodo che John sviluppò un interesse nelle
formazioni rocciosi e la geologia. Zennor si trova in alto accanto
il mare e scendeva i sentieri ripidi per disegnare le scogliere.
In seguito andò solo a campeggiare e disegnare in Yorkshire
vicino Gordale Scar, una formazione rocciosa molto bella, come un
cattedrale, diventata famosa per il dipinto del pittore James Ward
eseguito nel 1815 che si trova nel Tate Gallery, Londra.
Nei mesi invernali seguì in corso di petrologia nel reparto
geologico dell’istituto tecnico di Wigan. C’era un museo
geologico utilizzati dagli studenti d’ingegneria delle miniere
dove John studiava i minerali. L’insegnante, Mr. Williamson
ispirava molto entusiasmo fra gli studenti ed era autori di vari
libri sul argomento.
John ritornò solo in Cornovaglia nell’estate del 1959
e questa fu un’esperienza decisiva. Incontrò il pittore
Bryan Wynter. Diventarono amici e Bryan l’invitò al
suo studio isolato sulla cima della collina chiamata Zennor Carn.
I dipinti di Wynter erano molto influenzati della Scuola di New
York, specialmente di Mark Tobey. Erano immagini molto calligrafici
su tele grandi ma anche suggestivi di una foresta misteriosa nel
loro uso massiccio di colpi di pennello intrecciati. John soggiornava
in una cottage lontano dalle strade sulla brughiera. Era un periodo
prolifico, si producevano numerosi disegni, oli e guazzi.
John voleva scriversi alla Slade School di Londra ma la sua domanda
fu respinta. Alec Woffenden, direttore della Scuola d’Arte
di Wigan suggerì di provare l’Accademia di Edimburgo
dove esistevo opportunità di borse di studio post-diploma.
Mandò una cartella e fu accettato per il terzo anno nella
Scuola di Pittura. Le borse di studio per un anno di post-diploma
erano riservati per gli studenti interni.
Nell’estate del 1960 John ottiene il Diploma Nazionale di
Pittura. Vinse la medaglia Governors come miglior studente dell’anno
per tutto l’Istituto Tecnico. Ricevé anche la Borsa
di studio Prosser-White per un soggiorno di studio a Parigi. Questo
lo portò fuori dal Regno Unito per la prima volta e gli diede
la possibilità di studiare le collezioni nei musei di Parigi
per un periodo di due settimane. Un’opportunità unica
si presentò con la grande mostra antologica di Poussin alla
Louvre. C’era praticamente le opere complete del maestro francese
del neoclassicismo e questa mostra lasciò un’impressione
permanente sulla memoria di Picking che lo condusse ad una passione
per tutta la vita per i pittori neoclassicisti francesi e specialmente
per Claude Lorrain.
Il resto di quell’estate rimaneva a Wigan lavorando sulla
scultura. Fece un’opera in cimento che restava nel giardino
di Manor Road per molti anni.
L’Accademia d’Arte di Edimburgo 1960-63
John arrivò ad Edimburgo col treno all’inizio di ottobre
1960, qualche giorno prima dell’inizio dei corsi all’Accademia
e pressarono una stanza in una pensione. Con una collega Kieth Percival,
anch’egli dalla Scuola d’Arte di Wigan, passavano lunghe
ore nei giardini di Princess Street, scrivendo, disegnando, leggendo
e aspettando ogni giorno l’uscita della prima edizione del
Edinburgh Evening News con i suoi annunzi di appartamenti in affitto.
Finalmente trovarono un appartamento in Grove Street, dove poi scoprano
durante la prima notte che ogni mattino alle quattro passavano centinai
di cavalli trottando sui ciottoli della via antica verso il centro
del latte che forniva tutta la città il latte a domicilio.
John diventò affascinato della città, specialmente
dei suoi tetti. Lo portò a fare centinai di City Drawings
(disegni della città), influenzato in qualche modo dai pittori
surrealisti come Ives Tanguy. Le forme geometrici si sciolsero,
diventando biomorfici. Un anno dopo li mise in mostra in una casa
privata edimburghese. Era la sua prima personale.
Il corso di pittura all’Accademia era piuttosto rigido ed
accademico. L’orario incluse tre giornate intere dedicate
al dipingere dal nudo. Il professore di Natura Morta era specialmente
tradizionale nelle sue idee, e questo portò a disaccordo
e tensione. Quando, un giorno, John decise di dipinger la veduta
dei tetti di Edimburgo dalla finestra dello studio addebito alla
pittura dal nudo, egli fu convocato davanti il capo della Scuola
di Pittura ed il direttore. Doveva giustificarsi chiedendo i genitori
di spedire esempi dei suoi dipinti eseguiti alla scuola d’Arte
di Wigan. Ma i rapporti dopo cominciarono a migliorare.
C’erano professori chi erano pittori professionisti che avevano
un’influenza utile. James Cumming era un pittore che dava
molti consigli e suggeriva idea. Un eccellente colorista suggeriva
esercizi per il controllo della tavolozza. Robin Phillipson, capo
della scuola di pittura, era un pittore conosciuto anche in Inghilterra.
John aveva già visto un suo quadro che vinse un premio nella
mostra John Moores a Liverpool. I suoi quadri combinavano immagini
di vetri colorati ecclesiastici con forme e pennellati più
vicino all’astrattismo espressionista new yorkese. Allan Davie,
un pittore conosciuto in campo internazionale era studente ad Edimburgo
ma era già via quando John arrivò. L’unica opera
sua, che John vedeva ogni giorno, era pesa nella mensa.
Nuovi esperimenti e nuovi temi apparsero nel lavoro. John sviluppò
una passione per l’arte celtica. Disegnava esempi di gioielli
celtici nella collezione del museo di Queen’s Street. Guardava
anche l’arte dei Maya, particolarmente i rilievi dei loro
templi. Faceva dozzine di disegni dove questi oggetti diventarono
monoliti isolati in un paesaggio deserto e contemplava l’idea
ancora di diventare scultore.
Faceva viaggi frequenti alla costa vicino la città, dove
schizzava le spiagge e rocce, creando paesaggi riflettendo uno stato
d’anima contemplativo e melanconico. Usava inchiostro di china
applicato con penna e pennello e esperimentava con una tecnica che
adoperava la candeggina.
Alla Pasqua del 1961 vinse una piccola borsa di viaggio normalmente
consegnati agli studenti edimburghesi per visitare Londra. John
propose un altro tipo di spedizione. Si interessava particolarmente
nelle visioni personali di due artisti inglesi, Samuel Palmer (1805-81)
che operava nel villaggio di Shoreham, Kent, e Graham Sutherland
(1903-80) che aveva dipinto piccoli paesaggi nel Pembrokeshire,
Galles degli anni 1930. John scrisse a Sutherland spiegando il suo
progetto e chiedendo se il pittore potrebbe indicare le località
in Pembrokeshire dove si trovavano i soggetti dei quadri. Sutherland
lo invitò generosamente al suo studio in Kent e passarono
la giornata insieme. Sutherland segnò su la carta i posti
da cercare in Pembroke. Guardò i disegni di John e offriva
suggerimenti e consigli.
Dopo di fotografare i paesaggi intorno di Shoreham dei soggetti
di Palmer, andò a Pembroke e trovò tutti i siti nominati
da Graham. Sviluppò le lastre e foto nella camera scura di
Wigan e le inviò a Kent. Sutherland scrisse una lunga risposta
apprezzando il lavoro e spiegando che l’aveva ispirato di
ritornare in Galles. Difatti Sutherland tornò e fece una
nuova serie di lavori. Questa esperienza rinforzò la passione
che John coltivava per il paesaggio.
Questo primo anno all’Accademia di Edimburgo iniziò
senza borsa di studio ed i soldi che poteva mandare suo padre erano
pochi e inviati con grandi sacrifici. Nel aprile del ’61 John
andò al direttore spiegando la sua intenzione di ritirarsi
dal corso e rientrare a Wigan. Il direttore era molto accogliente.
Suggeriva che John andava a casa ma subito offriva un lavoro come
insegnante d’arte in Perthshire per il mese di settembre.
Qualche settimana dopo il rientro a Wigan, John ricette una lettera
da Edimburgo. La fondazione Andrew Grant l’aveva offerto una
borsa di studio per il quarto anno di pittura.
Trovò soggetti ideali nel settembre dello stesso anno quando
andò ad Aberfoyle, Perthshire ad insegnare in un campo scuola.
I lochs con i riflessi delle foreste, viste di boschi e laghi che
stendano al orizzonte lontano, erano i suoi soggetti preferiti.
Portò i bambini a disegnare nei boschi. L’oscurità
delle foreste fitte suggerì il mistero che si trova nella
serie di dipinti e disegni chiamati Perthshire Nocturne.
Ritornando all’accademia, John conobbe Ian McLeod, uno studente
di corso serale che lavorava come saldatore nel cantiere navale
di Burntisland, Fife. Questo incontro portò John a lavorare
come assistente tubista nella camera di motore delle navi durante
l’estate del 1961. Girando nel loro tempo libero sulle colline
circostante a Burntisland trovarono una grande casa abbandonata
e parzialmente distrutta di un incendio. Col permesso del proprietario
dipinsero due murale lunghi diversi metri nella grande sala ancora
intatta. Era un divertimento e un’opportunità di lavorare
a scala grande.
Con i soldi guadagnati dal cantiere John fece un viaggio in Olando
e Belgio. Visitò le case di Rubens e Rembrandt. Vidi i Van
Gogh ad Amsterdam e la collezione fantastica dei primitivi fiamminghi
al museo Boymans di Rotterdam. Girava nei musei di Delft, Antwerp
e Bruxelles. In un parco della capitale belga vidi una grande mostra
di scultura all’aperto. Il viaggio era pieno di contrasti
e di stimoli alla riflessione. Era in questo periodo che Picking
sviluppò una passione per i dipinti di Bosch e Brueghel.
Nel autunno del 1961 Ian Mcleod introdusse John ad un giovane poeta,
Allan Smith e John cominciò a scoprire un altro aspetto della
vita culturale di Edimburgo. Un pomeriggio domenicale, Allan lo
portò a conoscere Ian Hamilton Finlay. In quel periodo Finlay
era molto influenzato dai haiku giapponesi ma nelle sue mani diventarono
molto scozzesi. Quel giorno davanti a John, cominciò a scrivere
poesie che in seguito divennero conosciuti come Glasgow Beasts.
Man mano li tirava dalla macchina da scrivere, li passava a John
che li accompagnava con piccolo immagini come stampini tagliati
con una lametta. Qualche mese dopo erano pubblicati come un libricino
che ebbe un grande successo arrivando a diversi edizioni. Era l’inizio
di una collaborazione fruttuosa portando ad opere come Concertina
e il numero speciale Lollipop della rivista di poesia Poor Old Tired
Horse.
Nel 1962 Picking ottiene suo diploma in pittura e vinse la borsa
di post-diploma per un anno con il proprio studio nell’Accademia.
Ora era libero da ogni vincolo e potrebbe passare il tempo come
voleva. Alla Pasqua del 1963 riceve un altra borsa di viaggio e
scelse di andare per tre settimane in Spagna. Suo interesse nei
dipinti di Heironymus Bosch lo fa decidere di visitare il Prado
in Madrid. Dopo una settimana in Madrid si spostò sull’isola
di Ibiza. Aveva sentito che c’era una piccola comunità
di artisti e scrittori. L’isola era ancora un luogo tranquillo
con una piccola popolazione di pescatori e contadini. John feci
molti guazzi, acquerelli e disegni del paesaggio e la gente. Sentiva
un’armonia particolari con questi e lo spinse di risolvere
di ritornare per un periodo più lungo.
Durante il viaggio di rientro, si fermò un po’ di giorni
a Barcelona dove conobbe un Americano Milan Rupert, un commerciante
d’arte orientale. Per coincidenza Milan aveva una villa in
Ibiza. Offrì di cercare uno studio per John se dovrebbe tornare
sull’isola.
Tornando allo studio in Edimburgo, i dipinti diventarono più
chiari e colorati. I risultati erano mesi in mostra alla fine dell’anno
e portarono la fortuna di un’altro premio, questa volta una
borsa di viaggio per un anno intero in località a scelta
del vincitore. Naturalmente, John decise di ritornare in Spagna.
La Spagna 1963-64
Il premio viaggio diede l’opportunità di riprendere
il lavoro in Ibiza più presto di quanto John immaginava.
Sarebbe la più lunga assenza da tutto che conosceva a quel
punto della sua vita. Salutò i genitori a Shevington e partì
con quattordici colli di bagaglio necessari per creare il suo atelier.
Viaggiò col treno e colla nave ed arrivò sull’isola
in ottobre 1963. Milan Rupert l’aspettava sul molo e lo portò
a veder una piccola mansarda sopra la propria villa. Aveva una finestra
grande che dava direttamente sul mare. La luce era ideale e dopo
di avere sistemato lo studio, cominciò subito a lavorare
con entusiasmo. Lavorava solo tutta la giornata, andando al paese
lo stretto necessario. Frequentava lezioni di spagnolo e si comprò
una bicicletta per girare l’isola a disegnare.
I primi dipinti erano ispirati da passeggiate lungo la spiaggia
dove trovava relitti galleggianti gettati. Era come l’inizio
di una nuova vita e di fatti chiamò il primo quadro Genesis.
Altri oggetti nel paesaggio erano le macchine spinte dagli asini
o dalla mano umana per tirare su l’acqua dal pozzo utilizzando
catene di brocche ed i tanti mulini a vento anche loro usati per
tirare l’acqua.
Passarono mesi e conobbe alcuni residenti americani, britannici
e tedeschi. Un americano, Jim Maps, proprietario di un’azienda
che faceva gin, aveva scritto una guida per l’isola vicina
di Menorca. Chiese a John di fare gli illustrazioni. Dava lezioni
sul acquerello ad un inglese pensionato. Questi guadagni era un
utile addizione ai soldi dal Accademia.
Nella primavera del 1964 John decise di spostarsi. Ibiza aveva ispirato
tanti immagini ma voleva vedere più della Spagna. Prese la
nave ad Alicante insieme con un amico inglese che aveva una macchina.
Questo lo lasciò in un albergo vicino Calpe. Esplorando la
campagna intorno, incontrò un ragazzo spagnolo lavorando
in un campo. John lo chiese se conosceva qualcuno che poteva affittarlo
una camera. Paco lo portò alla casa dei suoi genitori e loro
gli offrirono la loro miglior stanza.
La vita in questa casa di contadini era molto semplice. Non c’era
né corrente elettrica, gas né acqua corrente. L’acqua
veniva da un pozzo molto profondo. Una corda lunghissima era necessaria
per arrivare al livello dell’acqua. Si cucinava con la legna.
Avevano diversi animali di fattoria e la coltivazione era variata.
La raccolta principale era delle mandorle che erano vendute. Le
altre prodotti erano per uso familiare. Il paesaggio era secco e
quasi arido. Diverse famiglie più a monte avevano abbandonato
loro fattorie per mancanza di acqua. C’erano ulivi e fichi,
cactus e tanta erba secca.
John dipingeva nell’ombra della veranda davanti la casa. La
luce nella stanza era insufficiente. La sera chiacchierava con Paco
e la famiglia o disegna con la luce di un lume ad olio. Faceva molto
caldo. Prese l’abitudine di alzarsi molto presto. La famiglia
lavorava nei campi presto la mattina. Pranzavano alle 11 e poi facevano
la siesta.
I quadri riflettevano la differenza con il paesaggio di Ibiza. Qui
le strutture di terrazzamento sostituivano le spiaggia. Ma in tutti
questi dipinti spagnoli c’era un’influenza surrealista
e qualcosa da Bosch.
Nel giugno del 1964 John rientrò ad Edimburgo. Come nell’accordo
nel accettare il premio, montò la mostra dei suoi lavori.
L’olio più grande era 90 x 60 cm. Gli oli portati dalla
Spagna erano rotolati. Aveva utilizzati gli stessi telai tante volte
quindi bisognava rimontare tutti su nuovi telai. Alla chiusura della
trimestre nel mese di giugno, organizzò una mostra più
grande nella galleria del English Speaking Union. Era una galleria
grande e questa era la prima mostra aperta al pubblico a questi
proporzioni.
Il critico del giornale The Scotsman disse che poteva appena riconoscere
La Spagna, anche se parlava della devastazione della Guerra Civile.
Considerava le opere troppe riempite di macchinari, più prodotto
dalla Rivoluzione Industriale della nativa Lancashire del pittore
che dalla Spagna e che Picking poteva stare a casa a farle. La mostra
produceva un po’ di interesse a causa di quest’articolo
che era lungo tre colonne. Il resto della stampa e più favorevole
e risultava in qualche vendita, sufficiente incoraggiamento per
un giovane pittore.
Norwegia 1964
Pochi giorni dopo l’apertura della mostra alla galleria English
Speaking Union, John lasciava Edimburgo insieme con suo amico Robin
Alexander per un’altra avventura. Aveva conosciuto Robin quando
insegnava ad Aberfoyle, ma Robin non era un tipico insegnante di
scuola elementare. Aveva fatto tante cose nella sua vita. Vent’anni
più vecchio di John, studiava all’Università
di Oslo nel 1940 quando i soldati tedeschi catturarono gli insegnanti
e studenti e li portarono in Germania per lavoro forzato nelle fabbriche.
Robin scappò alle montagne e diventò uno dei famosi
‘eroi di Telemark’, lavorando per la Resistenza Norvegese.
Il ritorno di Alexander a Telemark dopo vent’anni era celebrato
con grande entusiasmo dai Norwegesi e John trovò un’ospitalità
inattesa. Si lanciò nella vita della vallata Vinje in un
modo impossibile se era andato solo. Gli è stata offerta
una cabina in alta montagna accanto un lago privato, dove pescavano
trota e dove scoprivano la bellezza delle foreste vaste norvegesi.
John cominciò a creare acquerelli, disegni e qualche olio.
Erano sei settimane molto produttive nelle quale il lavoro revocava
alcuni caratteristici dei dipinti di Perthshire. Lo ispiravano particolarmente
le case e le stufe di ghisa ornamentali. Vecchie stufe erano abbandonate
nella foresta, e si coprivano di erba. Trovò una nuova stufa
sopra una slitta fra gli alberi. Li spiegavono che sarà tirata
verso una casa sulla prima neve.
Altri vecchi amici di Robin offrirono ospitalità nella città
di Oslo. In un ristorante John vide una cameriera vestita in costume
tradizionale che ispirava una serie di oli Oslo Waitress. Nello
sfondo di questi, si figurano pannelli di legno, mobili dipinti
con fiori, orologi e stufe delle case da favola. C’erano anche
disegni ispirati dalla mitologia nordica. Nel cielo sopra le montagne
scure, volano gli uccelli di Odino.
Wigan e Londra 1964-68
Mentre Picking era in Spagna, fece domanda per il corso di Diploma
per Insegnante d’Arte, scegliendo tre istituti come fu richiesto.
L’Università di Londra, la sua prima scelta, l’offrì
un colloquio ma John non poteva attendere. La sua domanda passava
alla seconda scelta, Bristol College of Art , che l’offrì
un posto senza colloquio ma John decise di rifiutare preferendo
di aspettare un’altro anno per vivere e studiare a Londra.
Alec Woffenden lo propose insegnamento part-time alla Scuola d’Arte
di Wigan e così nel settembre del 1964 sistemò uno
studio in Dicconson Street, una passeggiata a piede dal istituto.
I primi dipinti continuavano ad essere influenzati dagli immagini
della Spagna e della Norvegia ma Picking tentò di semplificare
le forme. Diventarono più astratti ma spesso avevano riferimenti
paesaggistici.
La passione per lo studio scientifico rimase sempre e John decise
di approfittare di essere insegnante in un istituto tecnico di seguire
un corso di chimica part-time. La maggior parte del tempo era trascorso
in laboratorio facendo esperimenti, un’attività che
lo piacque molto.
Ogni estate tornava in Spagna e nell’estate del 1965 feci
lunghi viaggi sul treno, passando due volte dal nord al sud prima
di andare ad Alicante ed Ibiza. I nuovi dipinti Spagnoli erano più
geometrici. Mentre stava in una camera a San Vicente de La Barquera,
un villaggio di pescatori sulla costa del nord, produssi molti disegni
ed acquerelli ispirati dai pescatori e dalle loro barche, ma dipinse
oli derivati dalla grande tela di Velasquez che aveva visto al Prado,
Las Meninas.
L’Università di Londra di nuovo lo scelse per un colloquio
e questa volta andò e fu offerto un posto sul corso. Si spostò
a Londra e trovò un piccola casa a Southwark che divideva
con un altro studente. Sfortunatamente il secondo giorno del corso,
John cadde malato. Fu operato di urgenza lo stesso giorno per l’appendiciti.
Il college fu informato ed un tutor lo fece visita portando l’argomento
del prima tema. Oltre questo lavoro produsse una cartella di 60
disegni, variazioni su Las Meninas. Quando riprese gli studi a Goldsmiths’
fu molto impresso dal professore Anton Ehrenzweig, uno psicologo
viennese che aveva scritto diversi libri sulla psicologia dell’arte.
John sviluppò un interesse nella psicologia Gestalt e l’interazione
dei colori. I dipinti a Londra aggiunsero un picco d’astrazione,
basati molto sulle armonie di colori predeterminati come intervalli
fra le note di un accordo musicale. Ehrenzweig s’interessò
nelle ricerche che John li dimostrò e suggerì che
diede una lezione agli altri studenti.
Vide molte mostre di arte cinetica, arte concettuale ed op art.
C’era una mostra grandissima di quasi l’oevre completa
del grande maestro francese, Pierre Bonnard. L’istituto d’Arte
Contemporanea in Pall Mall offriva un ricco programma di mostre
d’arte del avanguardia.
Durante l’anno John aveva fatto vari stage dedicati all’uso
della televisione nella scuola. Seguì un corso di disegno
per TV e un corso di cameraman. Nell’estate L’Università
l’offrì un lavoro come ricercatore in questo campo.
Era un lavoro interessante offrendo molti possibilità creativi.
Poteva farlo solo per due mesi perché aveva precedentemente
accettato un posto d’insegnante a tempo pieno alla Scuola
d’Arte di Wigan.
Tornando a Wigan, stabilisse un nuovo studio al centro del paese.
Era un locale molto spazioso su tre piani. Due piani furono utilizzati
per mostre organizzati con l’aiuto degli insegnanti e studenti.
L’ultimo piano serviva come studio dove dipinse vari quadri
grandi. Uno di questi era una composizione geometrica ed astratta
intitolata Disc and Interior Lock che selezionò l’Arts
Council per una mostra itinerante in molte musei del Regno Unito.
Questo successo lasciò Picking con un senso di malcontento.
Sentiva di essere sulla strada sbagliata. Produsse quadri che erano
satire delle cose che aveva visto a Londra. Zone di colori piatti
e le strisce ondulate dei quadri op di Bridget Riley diventarono
un paravento che si spostava rivelando una striscia stretta verticale
di spazioso paesaggio. Cominciò a sognare di ritornare al
Mediterraneo.
Nel 1967 montò personali ad Edimburgo e Manchester, partecipando
in collettive in altre città come Liverpool e Glasgow. Ma
la sua mente era altrove. Pensava di ritornare in Spagna a creare
uno studio più permanente ma poi pensava dell’Italia.
Cominciò a progettare un viaggio nel quale potrebbe esplorare
tutto il paese dagli Alpi alla Sicilia.
Primo Periodo in Sicilia e Toscana 1969
Nel 1968 John cominciò a progettare il suo viaggio in Italia.
Fece domande per premi viaggi e borse di studio ma era sfortunato.
Dovrebbe trovare un modo di farlo senza aiuto. Spostandosi in Spagna
in treno e affittando camere, non era né pratico né
economicamente conveniente. Cominciò a pensare di creare
uno studio mobile.
Nel aprile del 1968 trovò un furgone per il trasporto di
mobili, a secondo mano con basso prezzo in Liverpool. Lo comprò
e cominciò a trasformarlo con un po’ d’aiuto
dal suo padre ed amici. Questo lavoro occupava tutto l’estate
di quel anno. Aveva rilasciato le dimissioni dalla Scuola d’Arte
con l’idea di partire per l’Italia a settembre, ma i
fondi disponibili erano insufficienti. Trovò lavoro come
operaio in un cantiere edile. Con lo straordinario, la paga era
quasi il doppio di quella d’insegnante e per natale aveva
fondi sufficienti per contemplare la partenza.
Lasciò l’Inghilterra nel gennaio del 1969. Traversò
la Francia molto lentamente, il furgone era sopracarico, il motore
piccolo. Decise, come era pieno inverno, di cominciare dal sud d’Italia,
ed il 19 gennaio arrivò a Messina. Aveva pensato di passare
in mese in Sicilia, poi spostandosi in Campania e più avanti,
in Toscana. Secondo suo libro di guida Baedekker, il paesaggio lungo
la costa del nord della Sicilia era più variegato perché
c’erano molti piccole fattorie famigliari simili a quelle
conosceva in Spagna. In giornata aggiunse San Fratello in cerca
di un possibile campo base. Non trovando quello che cercava e con
un consiglio di un locale, originale di Alcara Li Fusi, ritracciò
i suoi passi sulla strada costiera e poi saliva sulla strada piena
di tornante nella valle Rosmarino verso il paese di Alcara. All’improvviso
si trovò in un piccolo centro non segnalato sulla sua carta,
Militello Rosmarino. Era il crepuscolo, quindi decise di fermarsi
per la notte e continuare ad Alcara la mattina seguente per meglio
apprezzare il paesaggio. Ma sottovalutava l’ospitalità
ed amicizia subita offerta dagli abitanti di Militello. Tre studenti
insisterono che John si fermasse nel loro paese e che la mattina
seguente avrebbero trovato un campeggio base ideale.
L’indomani i nuovi amici l’accompagnarono ad un orto
d’olivi facilmente raggiungibile a piede dal piccolo centro.
Sistemò il furgone e cominciò a dipingere. Una mattina
trovò tutto coperto di neve ma un sole caldo sciolse tutto
nel pomeriggio lasciando solo un mantello bianco sulle cime delle
montagne. La finestrina della cucina dava su una vigna ed una collina
dove i mandorli erano già in fiore. Presto la collina diventò
un tappeto di colori primaverili. John riprendeva il tema del paesaggio
con terrazzamento, parzialmente realistico, parzialmente metafisico.
Fece amicizia con i lavoratori nei campi. L’invitarono alle
loro case per cenare, e John cercò di seguire le lunghe conversazioni
serali utilizzando due dizionari tascabili, uno italiano-inglese
e l’altro siciliano-italiano. Questi amici portavano pane
casalingo, frutta ed ortaggi allo studio mobile e John li regalò
qualche disegno o acquerello.
Con un altro nuovo amico, Vincenzo Simonella, un giovane falegname
che studiava l’elettronica, fece un giro di tutta la costa
dell’isola e la strada interna che passa da San Fratello a
Bronte e l’Etna. Visitavano i principali siti archeologici
luoghi d’intere artista. Si rese conto di quanto era grande
il patrimonio storico e culturale della Sicilia.
Era difficile lasciare tutto questo. Arrivò la primavera,
e l’inizio dell’estate. Invece di stare un mese come
aveva programmato, erano passati cinque mesi. John si accorse che
doveva continuare la sua esplorazione del resto d’Italia.
Lasciò Militello nel tarde giugno, fermandosi a visitare
siti archeologici e musei. Passava giorni interi a godere la bellezza
di posti come Paestum e Pompei. Girava i musei e chiese di Napoli,
Roma, Assisi, Arezzo ed arrivò a Firenze verso la fine del
mese di luglio. Dopo tanti musei e folle di turisti, cercò
un posto tranquillo per dipingere. Conduceva lo studio mobile in
provincia di Prato e lo parcheggiò vicino una fattoria sulle
colline di Montemurlo. I dipinti diventarono più italiani
con figure da Botticelli.
Nel settembre si spostò a Siena. Per più di un mese
dipingeva utilizzando tecniche prestate da Duccio ed i fratelli
Lorenzetti. Le strutture astratte londinesi si trasformarono in
interni geometrici in colori rossi di terra occupate da figure vestite
di bianco.
Ma il soggiorno in Toscana non lasciò un’impressione
così forte su Picking come aveva fatto la Sicilia, e quando
il momento arrivò di rientrare in Inghilterra, John aveva
deciso a stabilire, o prima o poi, uno studio in Sicilia.
Lasciò l’Italia e andò a Monaco di Baviera dove
era ospite d’un amico pittore americano conosciuto in Spagna.
Lo diede l’opportunità di vedere altre opere di grandi
maestri nella Pinacoteca ed altre musei. Riflettendo su l’esperienze
dell’anno 1969, si confermò la sua risoluzione di ritornare
il più presto possibile in Sicilia.
Londra, Sicilia e Manchester 1970 - 79
Al suo ritorno dalla Sicilia nel dicembre 1969, John organizzò
mostre dei suoi dipinti italiani al Museo di Salford, la galleria
di Colin Jellicoe e la New 57 Gallery di Edimburgo. Trovò
in pochi giorni un posto d’insegnamento e cominciò
nei primi giorni di gennaio 1970 alla Scuola d’Arte di High
Wycombe che si trova vicino a Londra e quindi poteva passare i suoi
weekend in città.
Una mattina di domenica nel mese di maggio, una collega suggerì
che mostrarono loro lavoro sulle ringhiere del Hyde Park. Arrivando
al parco trovarono tutti gli spazi prenotati dai regolari, ma penderono
i quadri al interno ed al esterno del furgone. Tiravano l’attenzione
di due americani. Uno comprò il quadro più grande
prodotto in Sicilia. L’altro comprò due e chiese John
di consegnarli, dopo la mostra, al suo appartamento nella vicina
zona di Park Lane. Si chiamò Barry Levison, un produttore
di film hollywoodiano. Fu una giornata memorabile. Barry non solo
comprò quadri; offrì di sponsorizzare il ritorno di
John in Sicilia per dipingere di nuovo a tempo pieno.
Era troppo tardi per porgere le dimissioni dalla scuola per l’estate,
quindi continuò fino dicembre. Ma durante le vacanze di quell’estate,
passò un mese all’Università per gli Stranieri
di Perugia studiando italiano, ed il resto dell’estate a Militello.
Nel gennaio del 1971, di nuovo partì con lo studio mobile
per la Sicilia. Questa volta la situazione era diversa. Prese una
stanza in affitto per avere uno studio più grande, ma continuava
a vivere nel furgone. Scoprì che c’era la possibilità
di comprare un pezzo di terreno comunale a basso prezzo. Accompagnato
dal sindaco, scelse un posto isolato, molto sollevato a 600m sul
livello mare sul picco di una collina sopra il paese. La vista era
incantevole. Verso nord, si vedeva il mare con le isole Eolie stesse
sul orizzonte, ed offrendo una veduta mozza fiato della valle Rosmarino
con il suo canyon profondo e la faccia marmorea, alta mille metri,
del Monte Draone. Nel mese di marzo, dopo lo spianamento del sito,
si cominciò la costruzione dello studio. Nell’estate
aveva già una stanza pronta.
Molti dei quadri di questo periodo erano ispirati da interni ma
contenevano strisce verticali di paesaggio e strutture prese da
confessionali che contenevano figure ed immagini dei ‘peccati’.
Questi nuovi dipinti erano mostrati nella Mercury Gallery di Londra
nel 1973. Da quest’anno, i suoi dipinti erano anche accettati
vari volte nella mostra annuale del Royal Academy.
Tornando nel Regno Unito per il natale del 1971, John ebbe l’opportunità
di fare sei settimane di supplenza nella scuola di pittura del Politecnico
di Manchester. Voleva poi di rientrare in Sicilia, ma offrirono
un posto come senior lettore, il vice del capo della Scuola di Pittura.
John voleva partire per Militello ma Gillian Raffles, la direttrice
della Mercury Gallery lo consigliò di accettarlo. Aveva suo
studio nella scuola sviluppò un buon rapporto con gli studenti.
L’Accademia di Manchester, un associazione di pittori professionali
con il suo origine come scuola nel ottocento, lo eleggi come socio
cominciò ad esporre nella loro mostra annuale nel museo civico
della città. Diventò membro del consiglio ed era anche
nella giuria per le mostre. In questo periodo dipinse grandi tele
ispirate da le piazze Siciliane. Una luce forte, creata con una
tecnica pointillista, emanava dal suolo vuoto della piazza di mezzogiorno
creando un effetto surreale simile ai quadri di Di Chirico, un pittore
che Picking ammirava. Uno dei più grande di queste tele fu
acquistata dal National Westminster Bank per la loro sede mancuniana.
Mentre insegnava a Manchester, conobbe Brendan Neiland, un pittore
londinese che veniva da Londra per due giorni alla settimana. Loro
amicizia ha continuato sempre ed è stato un forte appoggio
a Londra per John. In seguito Brendan divenne membro dell’Accademia
Reale e in anni recente, direttore della loro scuola di pittura.
Dopo due anni a Manchester, John decise di tornare di nuovo in Sicilia.
Lo studio era completato. Il vecchio furgone, incapace di salire
fino lo studio, era scambiato per una Land Rover, l’unico
veicolo che riuscì ad affrontare la strada fangosa del inverno.
Nel 1974 conobbe in Cefalù, lo scultore Tomaso Geraci, che
chiese a John di sorvegliare una comunità di artisti ed ex-drogati
durante una sua assenza in Olanda. Questo portò al progetto
di creare un villaggio internazionali per artisti in Sicilia. Geraci
ebbe l’idea di incontrare Willy Brandt in Bonn per chiedere
sponsorizzazione, e John accettò di aiutare come interprete.
L’incontro era molto amichevole e John rimase molto impresso
dalla modestia e simpatia del grande uomo. Ma suo partito non approvò
l’idea di usare il nome di Brandt anche se offrivano altro
possibile aiuto dopo una visita al sito del villaggio. Ma il tempo
passava, gli artisti si separarono per le loro strade diverse, ed
il progetto restò sulla carta.
Nel febbraio del 1975 passava una settimana nel Val Belice, l’area
della Sicilia occidentale devastata del terremoto del 1967. Poco
era cambiato nei paesi rasi al suolo ed abbandonati, paesi come
Santa Ninfa e Menfi. Un’immagine particolarmente evocativa
era una chiesa in una piazza di Menfi, con solo una navata in piede,
tutte le altare aperte al cielo. Quest’immagine apparve in
molte forme in tele di Picking.
Nell’estate dello stesso anno, sulla strada dalla Sicilia
a Londra, John si fermò per alcuni giorni a Parigi. Vide
la grande mostra antologica del pittore surrealista Max Ernst al
Grand-Palais. Dagli anni cinquanta quando John vide uno dei dipinti
della serie di Villes di Ernst, aveva un interesse particolare nel
lavoro di questo artista. Specialmente piacquero questi dipinti
che utilizzavano stampini africani usati per disegni tessile. Arrivando
in Inghilterra John dipinse una tela Ville Sicilienne, Homage to
Max Ernst.
Nel 1976 si sposò con Maria, una ragazza di Militello. Passarono
una vita semplice nello studio. Nel dicembre del 1977 si spostarono
in Inghilterra con la loro prima figlia Nadia. John trovò
lavoro come insegnante in un ospedale pediatrico a Manchester. Cercavano
qualcuno con esperienza di televisione e di fatti John passava più
tempo in uno studio televisivo che sui reparti.
Continuò ad esporre ad Edimburgo, Manchester e Londra ma
nel 1979 John e Maria volevano tornare in Sicilia. John lasciò
per l’ultima volta il lavoro d’insegnante in Inghilterra
e tornò definitivamente in Italia.
Terzo periodo in Sicilia 1980-90
John e la sua famiglia tornarono a Militello. I quadri diventarono
più figurativi e c’erano presente elementi più
evidenti dalla vita del villaggio. Le feste, le case, gli altari,
le cappelle, i formaggi asciugando nel sole, erano immagini frequenti.
Ma le strutture surreali o metafisici continuavano a determinare
la composizione. Il paesaggio roccioso con terra dura aveva però
sempre qualcosa indicando la presenza dell’uomo. Come sculture
dei primitivi deità presente nei paesaggi taitiani di Gauguin,
Picking sentiva la presenza spirituale nel paesaggio siciliano quelli
della Magna Grecia. In più, camminando sulle strade mulattieri,
si trovano delle piccole cappelle spesso con una statuina della
madonna. La festa del Corpus Domini ispirava diversi quadri. Le
donne stendono loro migliore coperte dai balconi sopra altarini
addobbati sulla strada. Nei quadri esposti nella terza personale
di Londra nel 1981, c’erano bande di colori verticali evocando
tutto questo.
Dopo il ritorno da Londra quel anno, John montò la sua prima
personale in Italia alla Galleria Antares di Catania. Questo fu
l’inizio di un cambio graduale nel enfasi nella localizzazione
delle mostre e vendite di quadri. John, pian piano stava diventando
un pittore anglo-italiano.
Nel 1982 allestì una mostra dei suoi acquerelli alla Galleria
Arte Club in Via Etnea. Francesco Boni, un gallerista di Roma, vide
il lavoro di Picking. Offrì, insieme con il suo socio Francesco
Carunchio di Napoli, un contratto di esclusiva italiana per la Galleria
La Nuova Barcaccia. Mostre personali seguirono a Palermo, Napoli,
Roma, Fiuggi e Foggia. Boni ha continuato sempre a promuovere le
opere di Picking in tutt’Italia con grande entusiasmo e convinzione,
scrivendo introduzioni nei cataloghi ed organizzando mostre.
Nel 1985 nacque la seconda figlia, Tamara. Era un periodo felice
della vita famigliare e fruttuoso per il lavoro. Cominciava ad accettare
commissioni per ritratti per i collezionisti catanesi e siracusani.
Faceva viaggi in Gran Bretagna per brevi periodi portando opere
per mostre ed anche lì facendo dei ritratti. Continuava specialmente
ad esibire a Manchester. Cominciano ad aumentare in questo periodo
la produzione di acquerelli che resta, come per molti artisti inglese
del passato ed il presente una passione. L’atmosfera evanescente
e luminosa di questa tecnica rendeva bene l’effetto del paesaggio
siciliano pieno di luce e colori chiari. A Catania faceva incisioni
ed a Londra una litografia, ma il corpo principale del lavoro rimaneva
sempre i dipinti ad olio.
Dal 1984 in poi, Picking sviluppò una forte interesse nell’arte
orientale, specialmente in quella indiana e sopratutto nei templi
hindu e buddista adornati di sculture di figure dei divinità.
Nei quadri questi immagini si mescolano con stratificazioni geologici
e templi dalla Magna Grecia.
Nel autunno del 1986, John fu chiamato dall’Inghilterra. Partì
subito e passò accanto il suo letto, gli ultimi giorni del
padre. Sei mesi dopo morì la mamma. Con questi eventi si
strapparono gli ultimi radici della vita di Shevington. Decise di
vendere la casa. Preparando il trasloco in Sicilia, scoprì
molti dipinti, dimenticati da trent’anni nel attico. Li pulì
e li portò tutti in Italia. Alcuni sono selezionati da Boni
per inclusione nella monografia del 1992.
Picking cominciò nel 1986 un’opera molto grande che
consiste di tre tele unite per creare un dipinto 8 metri di lunghezza
e 2 di altezza, destinato di essere allestito nella sala consigliare
del nuovo municipio di Militello Rosmarino. Il lavoro continuò
con interruzioni per 4 anni, e dopo diversi tentativi, l’amministrazione
di Militello riuscì ad avere un contributo regionale per
la produzione di un catalogo e per la manifestazione inaugurale.
Il dipinto rappresenta una sfilata d’immagini della vita di
Militello, le feste, le stagioni, le raccolte, e tutte le cerimonie
che segnalono momenti importante nella vita degli abitanti, dal
battesimo al funerale.
Lo scrittore Vincenzo Consolo inaugurò il quadro e una mostra
di altri studi e oli, esprimendo apprezzamento per l’interpretazione
della vera Sicilia del pittore inglese.
Per John Picking, questa opera grande simboleggiava la fine di un
periodo. La sua mente già sognava di altri campi, altri soggetti.
Stava per concludere il suo lungo soggiorno in Sicilia a tempo pieno.
Clusane, Corte Franca, Sicilia e New York 1990-2004
Nel agosto del 1989, Francesco Boni lavorava come battitore d’asta
a Fiuggi. Già aveva presentato lì, le opere di Picking
nella Galleria La Barcaccia. Quell’anno presentò il
pittore a Giorgio Corbelli, presidente di Telemarket con sede a
Brescia. Questo incontro portò ad un contratto con la società
televisiva. Per un anno John viaggiò fra la Sicilia e Brescia
consegnando quadri.
Nel settembre del 1990 la famiglia Picking si spostò sul
lago d’Iseo a Clusane. Montò un secondo studio ed iniziò
una serie di dipinti grandi, molti in più di 2 metri. Era
un periodo molto produttivo ed il nuovo paesaggio stimolava uno
sviluppo di una pittura più simbolista. Era molto attratto
dal lago. Mise la sua roulotte in campeggio in prima fila sulla
riva e ottiene la chiave dal proprietario del campeggio per andare
in inverno. Presto, ogni mattina, andava li a disegnare e scrivere.
John aveva sempre scritto un diario ma adesso si decise di dedicarsi
allo scrivere più seriamente. Si scrisse ad una scuola per
scrittori a Londra e seguì le lezioni per corrispondenza.
Sotto la guida di un tutor personale cominciava a scrivere racconti.
Il lago diventò il mistero. Riflette il tempo ma l’isola
nel lago è più ottimista di quella di Boecklin. E’
popolato sino che con le ninfea di Monet. Questo anche causato da
escursioni estivi ad un altro lago dove ninfea selvatiche esistono
in abbondanza, il lago Maulazzo nelle montagne Nebrodi, vicino Militello.
John portò tela e cavalletto, e tornò a dipingere
plein air. In Lombardia s’iscrisse ad un gruppo di escursionisti.
Così scoprì il lago Aviolo ed il lago La Vacca.
Riprende gli studi geologici. Raccoglie pietre e minerali e impara
di sezionarli per guardare sotto il microscopio petrologico. Nel
1997, va in Scozia a trovare i vecchi amici che lo portano a vedere
la miniera di piombo con suo museo a Wanlockhead. La zona è
ricchissimi in minerali incluso l’oro che si trova ancora
nel fiume.
I quadri divento più materici. Combinano varie materiali
in collages che creano stratificazioni geologici. Una versione stampata
piccolissima della sua autobiografia è erosa dal tempo e
dal fuoco ed è seppellita in uno strato geologico. Usando
legno e stucco, crea delle città che si sciolgono in una
magma con incrostazioni causati dalle trasformazioni marini e geologici.
Gli strati poi diventano terrazze dei paesaggi mediterranei che
servono come struttura per ospitare immagini della sua infanzia
e gioventù, la scala nella casa di Shevington, il banco di
falegnameria di suo padre. Il passare del tempo diventa un’ossessione.
Il camino nella vita diventa una scala simbolica o una strada che
passa fra oggetti usati e gettati nella vita. Dipinge e ridipinge
il prato mezzaluna dei nonni.
Queste ricerche portano ad una conoscenza dei problemi del inquinamento,
la scia lasciata dal uomo. Comincia una serie di pianete, dove il
globo della terra sembra di impiccolirsi sempre di più. Diventa
un villaggio globale abbandonato che sembra un labirinto di cimento.
Nel 1998 andò a New York per la prima volta. Era un’esperienza
eccitante. Passava giorni interi girando musei e gallerie. John
era particolarmente colpito dai diorami nel museo della storia naturale.
L’ambiguità creata fra due e tre dimensioni l’affascinava.
Salì alla biblioteca del museo dove studiò la documentazione
della loro costruzioni. Gli esemplari migliori datano dagli anni
1920. Erano il risultato da una stretta collaborazione di pittori,
scultori, fotografi, zoologi ed imbalsamatori. Ispiravano Picking
a costruire e dipingere molti rilievi con un gioco fra due e tre
dimensioni.
Nel 2000 aveva un’altra opportunità di ritornare a
New York. Un gallerista di Cuneo offrì di sponsorizzare un
soggiorno più prolungato. Sistemò uno studio nella
quindicesima strada di Manhattan e per due mesi dipingeva una serie
di torri e labirinti parzialmente ispirati dalla città e
parzialmente dalla mitologia. I torri erano torri di Babele.
Tornando a Brescia e Sicilia prosegue con dipinti di temi ecologici.
Nel 2002 vince il gran premio in una mostra nel Bergamasco dedicato
a questo tema. Il quadro raffigura un’oasi che contiene gli
ultima frammenti dell’arte e cultura dell’uomo insieme
con il verde della natura ed il blu dell’acqua. Questo oasi
è circondato da un deserto di frammenti di travi di cimento
e polvere che estende fino l’orizzonte curvato del pianeta
terra.
Questi lavori comunque, non sono pessimistici. Gli errori dell’uomo
ritornano a polvere ma la natura ricupera la sua forza. Ricordano
l’esperienza che John ricorda quando scendeva a piede dalla
cima dell’Etna. Allontanando del rumore dei crateri, c’e
il silenzio di un deserto di lava senza vita. Ma man mano si scende,
questo deserto diventa popolato di specie di erba, insetti ed uccelli
che cantano. I quadri di John dimostrano piante e fiori che coprano
con un ricco mantello, gli errori del passato. Divento paesaggi
dell’Arcadia dove ci sono caverne, laghi e sorgenti dove le
ninfe del neoclassicismo tornano a fare il bagno.
Negli ultimi anni, John Picking si è diversificato le sue
attività. L’esperienze inglesi di Londra e Manchester
sono servito per assistere a bambini portatori di handicap e adulti
ex-pazienti di riparti psichiatrici che seguono corsi di pittura
come terapia. Nel 2002 ha illustrato una collezione di poesie del
poeta sardo Antonio Tronci intitolato I Segni della Memoria. Scrive
racconti e testi scolastici in inglese per le scuole superiori italiane.
Nel 2000 ha cominciato ad organizzare, allo studio di Sant’Afra,
dei corsi di pittura, disegno ed espressione artistica. Questi sono
stati incoraggiati e patrocinati dal Comune di Corte Franca che
ha apprezzato il contributo Picking continua a fare sul territorio.
Mostre dei lavori dei suoi allievi hanno stimolato altre persone
di lanciarsi in attività artistica.
L’ultimo progetto di Picking, celebrato in questo libro, e
la donazione al Comune di Corte Franca di 12 dipinti ad olio e 100
opere su carta. Questa coincide con l’anno che marca 50 anni
di pittura di Picking e vuole essere un contributo per la formazione
di una collezione formando il nucleo per una futura pinacoteca.
E’ la volontà dell’amministrazione di mettere
in atto la creazione di questo museo nel quale Picking sarebbe orgoglioso
di essere rappresentato.
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