L’allodola è cacciatrice
d’aria
Si spoglia delle carni
e si veste solo di note
Se scioglie il magico idioma,
tesse pizzi di schiuma
e dissolve grumi bestiali
per pori inesistenti
In sé raccolta e nel tutto infinito
ridesta antiche vertigini
in labile orma
*
L’allodola finge
paradisi galleggianti
anche su laghi di sale
Se vola,
pigolio di piume
le stelle non sanno svelare
*
La gemella dell’aria
non vuole canzoni di pietra
Insegue la rugiada
il vento le stelle la luna
A giro di sole,
prolunga l’inganno
e accoglie labili ellissi
nel bianco ventaglio dell’ala
*
Non
viene la luna a coprirmi
(fiorivano ginestre e oleandri,
non c’erano pioppi voltati ad oriente
e libri letti con occhi socchiusi
altro era il tempo
che sparsi suoni d’uccelli
nel crepuscolo impazzito)
*
Non
suona l’umile riso
(quali plaghe s’accendono
al rapido lampo degli occhi?
qui si rimescolano solo
grovigli pietosi
e palpiti che uccidono l’alba)
Brancolano
in luce ambigua
pupille dilatate
e lembi di pagliuzze
il vento si lavora
(Suite per l’allodola, Pungitopo, 1984)
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